Sclafani e fidanzata rientrano in Italia. Grossi rischi per uscire dall’Ucraina

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Dopo tanta preoccupazione, la storia si è conclusa a lieto fine. Il trentanovenne Simone Sclafani e la fidanzata Yulia soni riusciti a rientrare in Italia. Un viaggio faticoso e pericoloso per riuscire a lasciare l’Ucraina. Sclafani, operaio edile castellammarese, era stato sorpreso dalla guerra mentre si trovava a Nova Kakhovka. Per sfuggire ai bombardamenti , assieme alla fidanzata, avevano raggiunto Kherson cercando di lasciare l’Ucraina attraverso i corridoi umanitari organizzati per le evacuazioni. Dopo alcuni tentativi falliti, l’ultimo dei quali con un convoglio costretto a fare marcia indietro dagli attacchi russi, la coppia è riuscita a lasciare l’Ucraina dal confine con la Moldavia. Proprio lì è stata presa in consegna dalla Farnesina per il rientro in Italia, già avvenuto.

Sclafani in questi giorni era stato in continuo contatto con il sindaco di Castellammare Nicola Rizzo al quale ha raccontato le fasi della fuga innanzitutto dalla cittadina in cui abitava, vicino ad Odessa, utilizzando un taxi insieme a un altro italiano e a due ucraini. Poi l’arrivo a Kherson e infine l’ultima tappa con l’aiuto dei giornalisti Rai, Giammarco Sicuro e Simone Zazzera. L’operaio era partito da Castellammare del Golfo insieme alla fidanzata Yulia per andare in un piccolo paesino ucraino e far visita alla suocera che non versa in ottime condizioni di salute. Dopo un viaggio estenuante adesso la coppia è riuscita a rientrare in Italia.

“Cercando di mantenere il più stretto riserbo e la massima discrezione, in considerazione della pericolosità della situazione, – ha detto il sindaco Nicola Rizzo – siamo rimasti per settimane in contatto con lui cercando di supportarlo da ogni punto di vista poiché la situazione ad un certo punto era diventata davvero preoccupante”. Il primo cittadino castellammarese ha quindi ringraziato chi ha dato una mano per aiutare Sclafani e anche l’unità di crisi della Farnesina “per il costante dialogo e supporto nel tentativo di percorrere i corridoi umanitari che potessero riuscire a far venire fuori il nostro concittadino – ha detto Rizzo –  dalla terribile situazione in cui si era venuto a trovare, nel corso della quale ha vissuto difficoltà di ogni natura”.