Safina resta ai domiciliari, cinque ore di interrogatorio. Il politico risponde in aula

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E’ durato più di cinque ore, si è concluso attorno alle 19.30 di ieri sera, l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del tribunale di Trapani, giudice Samuele Corso del parlamentare regionale trapanese del partito democratico Dario Safina. Il politico, ex assessore al comune di Trapani e uno dei fedelissimi del sindaco Giacomo Tranchida, si trova ai domiciliari da mercoledì con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta. Più di cinque ore davanti al Gip e poi Safina ha lasciato il palazzo di giustizia per fare rientro nella sua abitazione dove si trova ristretto agli arresti domiciliari. Il deputato regionale, assistito dagli avvocati Giuseppe Rando e Salvatore Longo, in più di cinque ore ha risposto a tutte le domande, fornendo le sue spiegazioni ai fatti che gli vengono contestati. Lui, che è anche un avvocato, ha pure depositato una memoria difensiva a sua firma. Presente all’interrogatorio il pm Francesca Urbani che sta coordinando le indagini. I legali del parlamentare regionale hanno avanzato ovviamente la richiesta di revoca degli arresti domiciliari sulla quale il giudice Samuele Corso deciderà nei prossimi giorni.

Dario Safina, il cui posto all’ARS verrà preso da Domenico Venuti, sindaco di Salemi e primo dei non eletti alle scorse regionali, è stato arrestato dai carabinieri mercoledì scorso con le accuse di corruzione e turbativa d’asta. L’inchiesta ruota soprattutto attorno ad alcune nomine pubbliche effettuate durante il periodo in cui Safina era assessore nella giunta Tranchida e all’affidamento di una gara per la manutenzione dell’illuminazione cittadina. La Procura di Trapani ha provato a far luce sull’attività ritenuta illecita idi dirigenti e collaboratori della municipalizzata “Trapani Servizi spa” che avrebbero truccato i concorsi del 2020 e 2021 per la selezione e la designazione del direttore generale della società e per le nomine di un collaboratore esterno e del direttore tecnico. I due dirigenti indagati, destinatari del divieto di dimora, sono Carlo Guarnotta e Giuseppe Ullo. Al deputato regionale, ex assessore ai lavori pubblici del comune di Trapani, si contesta di aver pilotato, quando era in carica in Giunta, la gara di “project financing” per la manutenzione dell’illuminazione pubblica, informando preventivamente l’imprenditore messinese Valerio Christian (indagato anche questi per corruzione e turbativa d’asta), energy manager di una società, dei contenuti e dell’importo di base del bando, consentendogli così di ottenere l’aggiudicazione dell’appalto.