Ripristino “Via Milo”, finalmente gara d’appalto per 150 milioni di lavori. Tratta chiusa dal 2013

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Sta finalmente per essere pubblicata, da parte del gruppo Ferrovie dello Stato, la procedura aperta per l’appalto dei lavori di ripristino della linea ferroviaria Palermo-Trapani via Milo, vale a dire il tratto tra Alcamo Diramazione e il capoluogo trapanese. La decisione è stata assunta dopo che Filippo Angelo Palazzo, nominato il 16 aprile scorso commissario straordinario per la via Milo, ha approvato il progetto definitivo della grande opera. Un intervento di ben 150 milioni di euro. Tre anni di lavori con l’impiego contemporaneamente di 140 uomini. La tratta ferroviaria verrà anche elettrificata ma quest’appalto, da 70 milioni di euro, andrà in gara più avanti.  “Abbiamo lungamente lavorato per porre fine a una delle più grandi mortificazioni infrastrutturali per la Sicilia – ha detto l’assessore regionale Marco falcone. Oggi vediamo un po’ di luce in fondo al tunnel.

Il governo Musumeci si è fatto carico in questi anni – ha continuato l’assessore – del grido d’aiuto di tutta la provincia di Trapani e ha portato questa vicenda all’attenzione di Roma, per ottenere ciò che spetta alla Sicilia, cioè infrastrutture che non restino più abbandonate a causa delle lungaggini della burocrazia dei lavori pubblici”. La via Milo, la tratta più breve che consente di raggiungere Trapani ai treni provenienti da Palermo, è chiusa per alcune frane e smottamenti dal 2013, da più di otto anni. Quasi un decennio non per ripristinare il collegamento ferroviario ma soltanto per mandare l’opera in appalto. Adesso, alla luce dei consueti tempi biblici della cosa pubblica, appare azzardato fare previsioni sull’inizio dei lavori. Per adesso i ‘coraggiosi’ che scelgono il treno per andare da Trapani a Palermo sono costretti a transitare dalla lunga via Castelvetrano, a effettuare un cambio a Piraineto nei pressi di Punta Raisi, e a sorbirsi circa 4 ore di viaggio per circa 110 chilometri. Nel settembre 2020 l’assessore Marco Falcone al fine di sbloccare l’impantanato iter aveva inscenato una manifestazione di protesta, quasi propagandistica, alla stazione di Segesta al fianco di deputati regionali e di alcuni sindaci.