Randagismo ad Alcamo, spese per il ricovero ma anche risarcimento danni

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Ad Alcamo come dappertutto i comuni non riescono a fronteggiare il fenomeno del randagismo. Tante volte per mancanza di programmazioni mirate e di canili municipali. L’amministrazione comunale alcamese spende più di 80.000 euro l’anno per trasporto, ricovero, custodia e mantenimento in vita, cura e pulizia dei cani randagi in una struttura adeguata. L’appalto, da anni, viene affidato alla società calabrese Mister Dog con sede e canile a Torre di Neto, in provincia di Crotone.

Cifra che potrebbe apparire elevata ma che è poca roba rispetto a quanto impiegato dalla vicina Castellammare del Golfo la cui spesa corrente si è praticamente ingessata proprio per le somme destinate al randagismo. Ad Alcamo, però, restano tantissimi cani randagi in giro e oltre ai timori di chi si imbatte in numerosi branchi, aumenta pure il dispendio di denaro pubblico. Capita quindi spesso che il comune di Alcamo si ritrovi condannato a pagare i danni a ciclisti, automobilisti e motociclisti proprio per scontri con i randagi.

Quasi impossibile vincere le cause in quanto i responsabili dei cani randagi sono i sindaci. E così arrivano debiti fuori in bilancio che poi il consiglio comunale deve pagare. Tra gli ultimi uno di circa 15.000 è già stato inserito all’ordine del giorno e votato dal consiglio comunale. Riguarda il risarcimento dei danni in favore di un motociclista scontratosi con un randagio, caduto a terra e quindi rimasto ferito. L’altro, di circa 1.500 euro, arriverà invece in consiglio giovedì prossimo ed è relativo allo scontro fra un’autovettura e un altro cane.

In questo caso nessun danno fisico al conducente. Poi ci sono i problemi prodotti dal timore degli alcamesi abitanti in alcune zone particolarmente battute da piccoli o grandi branchi di cani randagi. Un cittadino, il 30 marzo scorso, ha inviato una pec ad alcuni consiglieri e al comune di Alcamo in cui ha segnalato la presenza, nel tratto di via Kennedy che dalle poste porta fino alla chiesa di Gesù Cristo Redentore, di un branco composto da quattro animali di razza meticcia e pastore abruzzese.

Impossibile e pericoloso, quindi, portare a spasso in strada i cani di proprietà. Il cittadino ha quindi messo per iscritto che soltanto l’intervento tempestivo di un passante avrebbe evitato il peggio nella mattinata del 30 marzo scorso. Il sottoscrittore della PEC ha infine segnalato la mancanza di coordinamento fra l’ufficio della polizia municipale e quello del randagismo che, a suo dire, si passerebbero la palla affermando che la vicenda sia di competenza dell’altro.