Raccolta fondi, 30 mila euro per gli abitanti di Salinagrande colpiti dall’alluvione

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30 mila euro a Salinagrande, questo l’ottimo risultato della raccolta fondi straordinaria indetta da don Emanuele Mancuso, parroco di Salinagrande e destinata alle famiglie e alle aziende danneggiate dall’esondazione del fiume Verderame dello scorso mese di ottobre. Una gara di solidarietà che ha visto arrivare tanti contributi economici da parte delle parrocchie di  Misiliscemi,  Dattilo, Napola e Lenzi,  dalle comunità di San Pietro, San Francesco d’Assisi e Nostra Signora di Loreto di Trapani.

Cinquemila euro sono stati donati da un’azienda, altri 2.500 euro sono giunti  dall’Arcidiocesi di Agrigento mentre la comunità del movimento dei “Focolari”, del piccolo centro di Belmonte Mezzagno, ha raccolto con noi 535 euro dalla vendita della frutta martorana. Un piccolo contributo è arrivato anche dalla Francia, dal Comando provinciale della Guardia di Finanza e oltre 1500 euro sono state raccolte attraverso lo spettacolo “Parrinu pi vocazione”. Gesti solidali che, se pur non ancora sufficienti, contribuiranno a colmare gli ingenti danni provocati dall’alluvione che lo scorso 13 ottobre ha colpito diverse zone della provincia di Trapani, in particolare la frazione di Salinagrande e i comuni di Misiliscemi e Salemi.

Ammontano a 50 milioni di euro i danni registrati e di questi, circa 15 a immobili e infrastrutture del comune di Trapani fra strade dissestate, fognature esplose, pompe di sollevamento delle acque in corto circuito e impianti di illuminazione pubblica. Una situazione che aveva innescato in Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, una prima reazione di attacco contro il suo stesso consiglio comunale, in cui qualcuno lo aveva accusato di essere fuggito, per il governo regionale e per il dipartimento della protezione civile.

Una polemica che aveva trovato la risposta di Salvo Cocina, Capo della Protezione Civile regionale che aveva lamentato, invece, la presenza di “una inefficiente manutenzione ordinaria delle caditoie, dei tombini, degli sbocchi a mare del Comune di Trapani ostruzioni delle tubazioni che hanno causato lo scoppio di alcuni tratti. Una mancanza che avrebbe dovuto essere attivata già da molti anni fa”. La minaccia di qualsiasi temporale in provincia, seppur non allarmante, è diventata infatti ormai causa di paura per gli abitanti delle zone martoriate.