Processo a Pino Maniaci, appello chiesto anche da Procura. “Motivazioni lacunose”

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E’ composto da 77 pagine l’atto della procura di Palermo con cui è stata impugnata la sentenza di assoluzione del giornalista e deus ex machina di Tele Jato, Pino Maniaci, al processo sulle presunte estorsioni ai danni di politici e amministratori locali. Lo stesso Maniaci, difeso dall’avvocato Bartolo Parrino, ha presentato appello contro a parte della sentenza dello stesso processo che lo aveva condannato a un anno e 5 mesi per diffamazione a mezzo stampa. Sia la procura di Palermo che il giornalista di Tele Jato hanno quindi deciso di chiedere la riforma della sentenza di primo grado emessa nel 2021 le cui motivazioni sono state pubblicate addirittura due anni dopo.

Secondo la procura palermitana, che aveva chiesto per Pino maniaci una condanna pesantissima a 11 anni di reclusione,  le motivazioni del giudice di primo grado sarebbero “lacunose, illogiche e contraddittorie”. I pm sostengono che le intercettazioni renderebbero “piena evidenza della minaccia continua dell’agire di Pino Maniaci”. Il giornalista, secondo accusa, avrebbe esercitato il suo potere mediatico facendo pressioni per ottenere regalie e soldi da vari esponenti politici. Per le estorsioni, reato per il quale il giornalista di tele Jato era stato assolto con formula piena, erano contestati episodi nei confronti dell’assessore dell’epoca al comune di Partinico, Gioacchino Polizzi (recentemente tornato e in carica), dell’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e dell’ex primo cittadina di Partinico Salvo Lo Biundo.

Al termine del processo di primo grado, dopo la sentenzadell’8 aprile 2021, fuori dal palazzo di giustizia Pino Maniaci divenne un fiume in piena: “Una bella figura per la Procura. Io in questi anni sono stato distrutto, volevano distruggere la mia televisione ma non ci sono riusciti. E continuerò a fare il giornalista”. E aggiunse: “Sono stati cinque anni difficili ma ora il castello di accuse si è disgregato”. Su quel castello, però, la procura è ritornata alla carica.