Polvere di grillo per prodotti da forno. Opinioni diverse tra i produttori alcamesi

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In fatto di alimentazione, la Commissione Europea sembra sempre indirizzata verso soluzioni bizzarre. Dopo la carne rossa, il vino rosso e i salumi considerati, fino a poco tempo fa cancerogeni, ecco arrivata da Bruxelles un’altra particolare trovata. Si tratta dell’approvazione di un  regolamento che autorizza, a partire dalla fine dello scorso mese di gennaio, la vendita su mercato di prodotti alimentari a base di “Acheta domesticus”, ossia polvere di grillo domestico. Secondo il provvedimento la polvere di grillo potrà essere utilizzata anche per la preparazione del pane, di cracker, grissini e altri prodotti da forno, nelle miscele secche già pronte per biscotti e pasta secca. Non è la prima volta che la Commissione Europea adotta strane decisioni. Pochi anni fa, infatti, i vertici della bandiera a dodici stelle, avevano definito cancerogeno il consumo di carne rossa, vino rosso e salumi riconosciuti come pericolosi per la salute poiché il loro eccessivo consumo, sarebbe collegato ad una maggiore insorgenza di cancro. Questione vanificata col successivo dietro front della stessa Commissioni europea a seguito delle proteste delle associazioni sanitarie italiane. Sull’uso della nuova farina di grillo domestico per la produzione del pane, le opinioni ad Alcamo sono divergenti: c’è chi pensa si tratti di uno stravolgimento della tradizione, chi di scarsa igiene e chi, invece, sarebbe disposto a venderla qualora la clientela lo richiedesse