Poliziotto alcamese, violenza sessuale su figlia. Processo, testi difesa il 24 ottobre

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INAUGURATO LO SPORTELLO DI ASCOLTO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA PRESSO LA FONDAZIONE IRCCS POLICLINICO MANGIAGALLI (Agenzia: EMMEVI) (NomeArchivio: VIOLEd5z.JPG)

Dopo le audizioni delle parti offese e dei testi dell’accusa, è andato in vacanza estiva il processo a carico del poliziotto alcamese accusato di violenza sessuale ai danni della figlia e di maltrattamenti in famiglia, Con il 62enne è sotto processo anche la moglie, casalinga, accusata soltanto di maltrattamenti. Nei confronti di quest’ultima, difesa dall’avvocato Anna Maria Benenati, è decaduta l’accusa di estorsione.

In aula finora sono stati sentiti anche alcuni consulenti, da quello che ha sbobinato le intercettazioni telefoniche tra padre e figlia, a gli psicologi che hanno assistito all’esame della vittima. La ripresa delle udienze è stata fissata per il 24 ottobre e in quell’occasione saranno sentiti tre testi citati dalla difesa dell’agente di polizia. La sentenza, poi, potrebbe arrivare entro la fine dell’anno.  L’arresto del poliziotto, nel settembre del 2020, fece molto scalpore e non soltanto ad Alcamo. L’uomo, da allora, si trova in carcere nonostante i ricorsi presentati dal suo avvocato, Mario Vitiello.

La turpe storia venne fuori dopo la denuncia presentata dalla figlia adottiva ai carabinieri di Balestrate. Qualche giorno dopo, al termine di un’indagine lampo, arrivò l’arresto dell’agente di polizia che era in servizio al commissariato di Alcamo. Le vicende raccontate dalla ragazza sarebbero cominciate addirittura più di dieci anni prima, quando, ancora minorenne, era entrata a far parte di quella famiglia.

Dal racconto della giovane vennero anche fuori numerosi malumori familiari, invide e gelosie nei confronti soprattutto dei figli naturali della coppia. La giovane aveva raccontato in quella denuncia di palpeggiamenti, inviti espliciti ad appartarsi per consumare rapporti sessuali, frasi volgari in un ampio arco di tempo. Accuse confermate poi in aula dalla ragazza che adesso ha 25 anni. Ad inchiodare il padre, secondo la procura, alcune lunghe ed esplicite chat su WhatsApp. Ai tantissimi messaggi espliciti inviati nella chat dal padre alla figlia, quest’ultima non avrebbe mai risposto. Dopo un bel po’ di tempo arrivò la decisione di presentare denuncia alla caserma dei carabinieri di Balestrate.