Il più grande polmone verde di Alcamo, il parco sub-urbano San Francesco, di piazza Bagolino, è chiuso esattamente da 32 mesi. Un’area fatta rinascere dal certosino lavoro dell’associazione Laurus, che l’aveva in gestione fino al 31 ottobre del 2019, vasta 12.000 metri quadri e con altri 5.000, quelli della zona nord-ovest, che attendevano di essere recuperati. Trentadue mesi di silenzio come se il parco sub-urbano fosse stato inghiottito da chissà quale cataclisma. L’area che sorge ai piedi del bastione di piazza Bagolino è inutilizzata e in mano a gruppi di giovani barbari soltanto perché il comune di Alcamo non ha rinnovato a suo tempo la convenzione con la Laurus e nemmeno ha predisposto un nuovo bando.
In pratica, facendo un po’ di conti matematici, una convenzione, seppur scarna, potrebbe essere composta da tre fogli A4, quindi da circa mille parole. Ebene l’amministrazione Surdi non è stata capace di scrivere una sola parola al giorno, visto che dalla chiusura del parco ne sono trascorsi 960, per redigere il bando di convenzione e riaprire il parco sub-urbano. Il fatto ancor più grave è che di questi tempi le associazioni ad Alcamo stanno diventando sempre più sorde e sempre più mute.
Il variegato mondo degli ambientalisti che fine ha fatto? Silenzio e immobilismo assoluti. Eppure erano proprio le associazioni che battagliavano per il verde e per la natura; che organizzavano campagne di sensibilizzazione per l’ambiente; che innalzavano barricate anche quando un solo alberello era sottoposto a rischio estirpazione. Negli ultimi tempi, invece, tutto tace, e le associazioni, anche quelle dei giovani, non si occupano minimamente del parco sub-urbano, chiuso da circa tre anni per la mancanza di una convenzione con cui il comune di Alcamo ne affidi la gestione. Tutti con la bocca tappata. Difficile da capire.