Montagna di Alcamo, mancata riclassificazione del rischio. TAR condanna Regione

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Una riclassificazione del rischio idrogeologico che la Regione, dopo la rete paramassi installata diversi anni fa dal Genio Civile, non ha mai effettuato. Il TAR proprio ieri si è espresso con una sentenza di condanna per la presidenza della Regione, in particolare per l’Autorità di bacino idrografico della Sicilia, a concludere il procedimento con l’espressione del provvedimento. La stessa Regione dovrà rifondere dei danni la proprietaria di un’abitazione, rappresentata dall’avvocato Ignazio Impastato, con il pagamento di 1.500 euro.

Ben poca roba se si pensa che la cittadina alcamese ha perduto la possibilità di accedere al superbonus. Lo stesso TAR, al fine di scongiurare altra inerzia, ha nominato il prefetto di Trapani commissario ad acta. Tutte le amministrazioni coinvolte si sono costituite in giudizio. Il comune di Alcamo ha escluso ogni sua inerzia a causa di un’asserita asserita assenza di competenza. La sentenza ha comunque evidenziato che alla nota dell’Autorità di Bacino del 13 gennaio dello scorso anno con cui si chiedeva il completamento della documentazione sia al comune di Alcamo che al Genio Civile di Trapani mai è stata fornita alcuna risposta.

Un costante rimpallo di competenze, andato avanti per anni, fra enti diversi (Autorità di Bacino, Ministero delle Infrastrutture e Comune di Alcamo) che ha provocato il solito ‘scarica-barile’ con effetti negativi sui proprietari. La vicenda riguarda quella ventina di abitazioni che sorgono in via Filippo Evola, la strada che parte dal bottino, alle falde nord-est di monte Bonifato. La mancata riclassificazione del rischio idrogeologico ha causato diversi problemi a cominciare dall’impossibilità di definire la sanatoria degli immobili. Qualcuno ha perduto l’occasione di vendere, altri di accedere al superbonus 110%.

E sempre per l’immobilismo degli enti coinvolti nel riclassificare il rischio idrogeologico e quindi ridisegnare il PAI. Una fascia di territorio, quella alle falde nord-orientali di monte Bonifato, rimasta congelata con diritti negati anche a chi aveva già sanato l’abitazione o era in fase di completamento delle pratiche.

Il tutto per la necessità, mai andata a buon fine, di riclassificare il rischio idrogeologico, riducendolo, dopo il rafforzamento della rete paramassi. Adesso il ricorso dell’avvocato Impastato potrebbe aver rimesso in moto la macchina amministrativa, bloccata chissà per quale specifico motivo, e ridare speranze e diritti ai proprietari di case e terreni.