Maresciallo Lombardo, figli auditi in commissione antimafia. Altre istanze

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La morte del maresciallo Lombardo resta un mistero. Come scrisse un giornalista per la morte del bandito Salvatore Giuliano: “di certo c’è che è morto”.  I parenti dell’ex comandante della stazione carabinieri di Terrasini hanno più volte chiesto di riaprire le indagini. Hanno chiesto anche di riesumare il cadavere per effettuare l’autopsia.  Il tutto riaprendo le indagini per omicidio e non più per istigazione al suicidio. I figli Fabio e Rossella Lombardo sono stati convocati in audizione dalla commissione regionale antimafia presieduta da Antonello Cracolici.  Sono stati i due figli del maresciallo a chiedere a loro convocazione. I verbali della commissione antimafia dell’ARS, per l’audizione di giovedì scorso, non sono stati ancora pubblicati.

Il carabiniere venne trovato senza vita nella sua auto nella caserma della Legione Sicilia, a Palermo, il 4 marzo 1995. I figli Fabio e Rossella Lombardo, che da quasi 30 anni si battono per “chiedere giustizia” sulla morte del padre, sostengono che loro padre sia stato ucciso. Nei giorni scorsi i legali della famiglia Lombardo si sono rivolti nuovamente al Procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, al Procuratore generale Lia Sava ma anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al Procuratore generale della Corte di Cassazione, per chiedere, ancora una volta, di riesumare il corpo del sottufficiale. Il pool di consulenti di parte a cui si sono rivolti i Lombardo, infatti, “ha escluso, sulla base di accurata e motivata analisi scientifica, che il proiettile che ha ucciso il maresciallo possa essere stato esploso dall’arma in dotazione alla vittima”. La consulenza grafologica redatta da Valentina Pierro, criminologa e grafologa forense – scrivono i legali – “afferma con fermezza che la lettera-testamento rinvenuta accanto al corpo di Lombardo non sarebbe stata scritta dalla mano dell’ex comandante della stazione di Terrasini, poi transitato ai ROS”.

Lombardo, qualche giorno prima di morire, era stato al centro di un durissimo attacco, nel corso della trasmissione di una trasmissione di Michele Santoro, da parte dei sindaci di Palermo e Terrasini dell’epoca, entrambi della Rete, Leoluca Orlando e Manlio Mele, che lo avevano accusato di essere un pezzo delle istituzioni al servizio della mafia. Tante istanze quindi alla procura ma le indagini, ancora, non sarebbero state ufficialmente riaperte e di certo il cadavere non è stato riesumato