La piaga degli incendi in Sicilia. Dossier del Wwf su cause e responsabilità

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Non c’è estate in Sicilia senza incendi. Solo quest’anno sono andati in fumo 50mila ettari di macchia mediterranea. Il  Wwf  in un dossier  mette nero su bianco, chiarendo le responsabilità. «In una giornata con vento di scirocco e temperature elevate – si apre così il dossier dal titolo “Sicilia: Incendi vs Forestazione” – sappiamo già che il rombo che sentiamo sulle nostre teste è quello dei Canadair. E anche se tutto brucia, per le istituzioni regionali “il fuoco non brucia e le foreste crescono prosperose”».

Un’analisi, quella di Wwf, che mette in evidenza il ruolo determinante della politica siciliana, vecchia nuova e di tutti i colori. «Noi non ce la prendiamo con Regione – afferma Pietro Ciulla, delegato del WWF Italia per la Regione Sicilia – ma al momento è l’unico nostro interlocutore. Crediamo che quanto stia accadendo sia la conseguenza di anni di gravi errori della nostra politica che sono sotto gli occhi di tutti». «La responsabilità primaria ricade sulla politica siciliana – sottolinea il Wwf. Denso, ricco di analisi e considerazioni questo  rapporto fornendo dati e tabelle, ma partendo anche dalla storia dei rimboschimenti in Sicilia per spiegare che vuol dire cambiamento climatico secondo l’obiettivo di forestazione della Comunità Europea; spiegando, per esempio, la funzione degli inventari forestali e le anomalie siciliane, ma anche cosa vuol dire oggi “sistema antincendio siciliano”.

«La Sicilia è ultima per copertura forestale. Il “sistema antincendio boschivo” è diventato una ghiotta opportunità per utilizzare, in un continuo clima emergenziale, ingenti risorse economiche, portatrici di tutele clientelari, sprechi e assistenzialismo, senza alcuna programmazione e controllo. I danni causati da questo sistema sono incalcolabili e non si limitano solo a quelli dell’incendio. La mancanza di interventi di forestazione, per la carenza di risorse economiche appannaggio dell’antincendio, ha depauperato il patrimonio forestale che non è così riuscito a far crescere la sua funzione ambientale e sociale. Le cause dolose pesano il 78%, quelle dubbie in buona parte riconducibili a quelle dolose il 20%, altre cause 2%». «Tutto questo non basta –  ammonisce Wwf -.  Bisognerà anche porre fine allo sperpero attraverso una gestione ottimale delle risorse. Bisogna, infine, che le Forze dell’Ordine e la Magistratura si assumano le loro responsabilità mettendo in campo efficaci interventi di intelligence. Soluzioni, proposte concrete, quelle del Wwf contro la piaga degli incendi.