Ieri sera, intorno alle ore 21, Niccolò Sorrentino, imprenditore di Alcamo, è stato oggetto di un atto intimidatorio: ha trovato, attaccato al cancello del supermercato Carrefour, un bidoncino, contenente sei proiettili.
Sorrentino, che è anche titolare della Sormec, e componente del Consorzio di artigiani Cosar , che già da quattro anni ha aderito al Codice Etico con una quarantina di iscritti, ha già presentato denuncia alle Forze dell’Ordine.
Mimmo Provenzano, Presidente del Consorzio di artigiani Cosar e componente dell’associazione antiracket Libero Jato, sottolinea: “in questi giorni il nostro territorio sta vivendo un’escalation di atti intimidatori. L’imprenditoria onesta sta rispondendo colpo su colpo con lo strumento della denuncia. A Borgetto qualche giorno fa l’impresa D’Arrigo è stata oggetto di un grave danneggiamento, forse perché il titolare, in passato oggetto di inchieste, aveva deciso di redimersi aderendo all’antiracket. Una richiesta che verrà valutata con attenzione. Lo slogan dell’ultima campagna di sensibilizzazione antiracket nel territorio recita “nello Jato si può fare”, aggiungiamo: “nello Jato si fa già”- continua ancora Mimmo Provenzano.
Ieri pomeriggio il Comitato per la Cultura della Legalità ha incontrato il commerciante partinicese che ha denunciato per estorsione Giovan Battista Tagliavia, figlio del boss mafioso Francesco Tagliavia. All’incontro erano presenti Mimmo Provenzano, il presidente dell’associazione antiracket Francesco Billeci e Bernardo Taormina. Il commerciante ha aderito alla campagna di consumo critico di Addio Pizzo- conclude Provenzano – e adesso avrà un patrocinio legale gratuito che lo assisterà in tutto il percorso di denuncia. Verrà presentata inoltre anche un’apposita richiesta di risarcimento danni che potrebbe arrivare dai fondi pubblici riservati alle vittime del racket che denunciano i propri estorsori”.
A Niccolò Sorrentino va la solidarietà di Alpa Uno e R.V.M., di tutti i componenti del consorzio Cosar, della CNA e dell’associazione antiracket.