Incendio di Monte Bonifato, trovati oggetti innesco e inviati ai RIS. Si sveglia ‘FareAmbiente’

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I rilievi effettuati dalla polizia municipale di Alcamo sarebbero arrivati al RIS per le necessarie analisi. Si spera così di individuare i ‘piromani’ che fra domenica e lunedì, 16 e 17 luglio scorsi, fecero partire un vasto incendio che ha deturpato monte Bonifato e la sua riserva ‘Bosco d’Alcamo’. 230 ettari di terreni e aree boscate percorse dalle fiamme. Gli investigatori, sul versante di Fastuchera dove è partito il rogo, poco al di sotto dell’area demaniale, hanno rinvenuto oggetti molto verosimilmente utilizzati dai criminali per l’innesco. Tutto studiato a tavolino. Direzione del vento che alimentava l’incendio alle spalle spingendole verso la vetta, orario serale dell’innesco per evitare l’intervento prolungato dei canadair che, di notte, devono fermarsi e zona non ripulita dalle sterpaglie come prevede l’ordinanza sindacale. La montagna alcamese è stata quindi un’altra volta profondamente offesa come già era capitato a fine settembre del 2012. S

ulla triste vicenda pochissime dichiarazioni e prese di posizione. Uno scarno comunicato-stampa del sindaco Domenico Surdi e nessun’altra nota da parte di politici, partiti o istituzioni. Silenzio tombale anche da parte delle associazioni ambientaliste. Adesso, però, quasi a richiesta arriva un lungo documento di ‘Fare Ambiente’. L’associazione parla di reazioni da parte delle associazioni attive sul territorio che nel passato hanno, con manifestazioni, momenti di protesta, attività di rimboschimento più o meno simboliche, dimostrato di avere a cuore la difesa del proprio territorio. FareAmbiente laboratorio di Alcamo, a partire dalla sua costituzione avvenuta nel 2012, è più volte intervenuta sollecitando l’Ente Gestore a svolgere i compiti che la legge e il decreto istitutivo gli assegna, il Comune, proprietario di una vasta area della Riserva, a programmare i necessari interventi selvicolturali, il Dipartimento Regionale dello sviluppo Rurale e Territoriale a farsi carico dei lavori di riconversione del bosco e di prevenzione incendi, il Corpo Forestale a potenziare il servizio di avvistamento e repressione degli incendi.

Fin qui storie vecchie e battaglie, scrive l’associazione ambientalista, che non hanno portato a nulla. “Oggi possiamo affermare – si legge nella nota – che non è cambiato assolutamente nulla. Ma la cosa più grave è che l’incendio verificatosi il16 luglio scorso sembra non avere suscitato alcuna reazione tra i rappresentanti della politica, delle amministrazioni pubbliche, delle associazioni e dei cittadini. Un’analisi, quella di FareAmbiente, più volte fatta nei nostri telegiornali. Sul monte Bonifato mancano tante cose, afferma il laboratorio di Alcamo dell’associazione: il piano di Sistemazione della zona “A” che avrebbe dovuto elaborare l’ex Provincia di Trapani, il direttore titolare, il consiglio provinciale scientifico, il piano di utilizzazione della zona ‘B’ redatto dal comune di Alcamo nel 2002; attività selvicolturale in linea con le finalità istitutive della Riserva; promozione della fruizione. Per questo FareAmbiente chiede un sopralluogo urgente dell’Assessore regionale, del consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale e della Commissione ambiente dell’ARS.