Incendi. Sindacati: “Programmare e prevenire. Assunzioni e dignità ai lavoratori”

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Gli ultimi incendi hanno stavolta salvato monte Bonifato. Ad onor del vero un piccolo focolaio è partito ieri sul versante di San Nicola ma è stato subito domato dai vigili del fuoco e dalla forestale. Le fiamme partite invece in zona Costa, fra via Goldoni, statale 119 e via Kennedy, non sono riuscite a salire verso la montagna alcamese anche perché quel versante era stato già bruciato dall’incendio del 16 luglio scorso che poi ha percorso e devastato circa 230 ettari di cui 130 ettari di superficie boscata fra riserva e pre-riserva.

Anche i roghi dello scorso fine settimana hanno una matrice comune. Il dolo folle di alcuni piromani che perseguono un loro disegno criminale e le responsabilità di privati ed enti pubblici che non ripuliscono terreni e strade dalle sterpaglie secche, così come prevedono le leggi e le ordinanze dei vari sindaci. Sui roghi che, nel trapanese, hanno devastato fra sabato e domenica Scopello, monte Polizzo, montagna Grande e altre del trapanese sono intervenuti i segretari generali provinciali di Cgil Cisl e Uil, Liria Canzoneri, Leonardo La Piana e Tommaso Macaddino nonché i segretari generali di Flai, Fai e Uila Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Giovanni Tantaro. “Gli incendi che hanno bruciato ancora una volta ettari di macchia mediterranea e boschi in un’ampia area della provincia trapanese, interessando anche i terreni circostanti l’aeroporto di Birgi costretto di conseguenza a sospendere le attività per alcune ore, – hanno scritto i sindacalisti – riportano ancora alla ribalta una triste realtà, l’atavica questione della mancanza di una corretta programmazione della gestione delle aree verdi del territorio da parte della Regione Sicilia”.

“Non è più possibile pensare di dover fronteggiare solo le emergenze. È necessaria – hanno aggiunto – una programmazione seria, di ampio respiro, per fare prevenzione. A tale scopo bisogna far sedere gli attori coinvolti intorno a un tavolo e bisogna farlo subito. È vero che il sistema antincendio esiste ed è operativo, ma i mezzi sui quali si fa affidamento sono spesso vetusti, non moderni, e soprattutto non adatti a garantire la sicurezza dei lavoratori. Ricordiamo che solo poche settimane fa un forestale ha perso la vita in provincia di Palermo a causa delle ferite riportate nelle operazioni di spegnimento dei roghi lo scorso luglio”. “E’ necessario pensare a un nuovo modo di fare forestazione – hanno spiegato CGI, CISL e UIL – che da un lato dia dignità ai lavoratori e dall’altro dia dignità ai territori tutelandoli. Il ricambio generazionale degli addetti al comparto è ormai anch’esso un fatto improcrastinabile, così come sarebbe estremamente utile ampliare – hanno concluso i sindacati – il numero di giornate lavorative che garantiscano una presenza maggiore degli addetti antincendio, in modo che la loro presenza possa fare anche da deterrente nei confronti dei piromani”.