“Incarichi manipolati”, indagati gli ex assessori regionali Razza e Scavone

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“Ruggero mi ha detto, dobbiamo inserire un collega di Trapani”: questa una delle frasi estrapolate dalle intercettazioni, oggetto di inchiesta della Procura di Catania, sulle presunte manipolazioni degli incarichi in progetti o sull’assegnazione di borse di studio con finanziamento pubblico.

Diciassette gli indagati: tra questi, emergono i nomi dei due ex assessori regionali, Ruggero Razza e Antonio Scavone. L’accusa contestata a Razza, ex assessore regionale alla sanità, riguarda l’incarico in “esperto di elaborazione studi e report”, bandito dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel progetto denominato “OSAS Catania – Sentinelle della prevenzione”.

L’iniziativa sarebbe stata veicolata, grazie alla mediazione del vicepresidente dell’Ordine dei Medici, Nunzio Ezio Campagna e un funzionario amministrativo, Gesualdo Antonio missale, per favorire un uomo indicato dai magistrati come vicino a Razza, “aggiudicatario dell’’incarico dell’importo di 10.000,00 euro”.

Un accordo collusivo per far risultare vincitore Filippo Fiorenza, nipote dell’ex deputato regionale Dino. Ciò sarebbe avvenuto per volontà di Ruggero Razza, secondo le indagini,  mediante l’accordo del “profilo professionale previsto dal progetto, i relativi requisiti e l’attribuzione dei punteggi di valutazione”.

In capo all’ex assessore regionale alla salute, non compare alcuna intercettazione diretta, ma secondo il gip, l’originaria richiesta di Razza era rivolta a inserire un odontoiatra di Trapani: sarebbe stato, infatti, Daniele Sorelli, capo della segreteria tecnica, a riferirlo nel corso di una telefonata intercettata ad Ezio Campagna.

L’ex assessore regionale alla Famiglia, Antonino Scavone avrebbe, invece, esercitato pressioni per far ottenere alla compagna, un incarico da amministrativo, per un importo di 15 mila euro, nell’ambito di un progetto presentato dall’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione “Garibaldi” di Catania. Nell’inchiesta sono stati arrestati anche quattro medici, con le accuse di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio o del servizio.