Alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana. 14 ospiti dei centri di accoglienza per migranti di Custonaci e Buseto Palizzolo hanno frequentato con profitto il corso “L’italiano la strada che ci unisce”. L’iniziativa, svoltasi nelle due strutture gestite dalla cooperativa sociale Badia Grande, finanziata dal FAMI (“Fondo asilo migrazione e integrazione), è stata particolarmente apprezzata dai beneficiari che l’hanno seguita con dedizione e tenacia. L’attestato è stato conseguito a 14 immigrati di età compresa tra i 21 e i 33 anni e di 7 nazionalità diverse: Somalia, Gambia, Tunisia, Eritrea, Pakistan, Nigeria, Guinea e Bangladesh. Il corso “L’italiano: la strada che ci unisce” è stato frequentato dai migranti ospitati nei centri di accoglienza di Custonaci e Buseto Palizzolo diretti dall’assistente sociale Greta Margagliotti.
Nelle due strutture operano psicologi, operatori sociali, mediatrici. La consegna degli attestati si è tenuta ieri presso il Centro diurno messo ma disposizione dal Comune di Custonaci alla presenza di Vanessa Campo, Assessore ai Servizi Sociali. I 14 destinatari hanno ricevuto l’attestato in silenzio, commossi, quanto felici. Le lezioni del corso “L’italiano: la strada che ci unisce” sono state tenute da Angela Di Stefano e Giovanna Luparello. Le due docenti, coordinate dalla tutor Giovanna Tumbarello, hanno spaziato dall’ambito prettamente linguistico a quello culturale, sociale ed economico. Il Team educativo del CPIA di Trapani, Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, ha coinvolto i beneficiari dei centri di accoglienza di Custonaci e Buseto Palizzolo in un mirato percorso formativo didattico dove la conoscenza della lingua italiana è stata posta come l’unica soluzione alle problematiche della vita quotidiana.
In pratica le docenti alternavano l’insegnamento dei vocaboli, dei verbi, della strutturazione dei periodi con le esigenze basilari di chi vive nel nostro Paese. Lezioni che si articolavano su due ambiti: uno linguistico, l’altro comportamentale, ricreando scene di vita quotidiana per far meglio comprendere come impiegare l’italiano negli ambienti lavorativi, nei negozi, in farmacia, dal medico, negli uffici pubblici. Un ponte di parole cui costruire una sana integrazione con il territorio.