Folgore-Alcamo, invasione ma si rigioca. Prestigiacomo: “Incomprensibile. Sentenza che indica nuove strade”

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“Da che esiste il calcio sono tre punti a tavolino, in questo modo tutto può essere possibile in qualsiasi situazione”. Qualcuno sulla pagina facebook dell’Alba Alcamo ha commentato così il post sulla sentenza di appello relativa al ricorso della società bianconera per la gara di Castelvetrano con la Folgore. Match sospeso dall’arbitro all’ottantasettesimo per invasione di campo dei sostenitori rossoneri. La sentenza della corte sportiva di appello territoriale della Lega Sicula, presieduta da Ludovico La Grutta, appare certamente singolare e per molti versi anche innovativa rispetto a quanto deliberato, finora, in molti casi simili.

In casa Alcamo, per evitare di alimentare polemiche ma con il giusto piglio, ha esternato il suo pensiero Gigi Prestigiacomo, direttore sportivo e personaggio molto noto negli ambienti calcistici siciliani. “Apprendiamo con rinnovato stupore il verdetto del giudice sportivo di appello ma rimaniamo certi che gli organi supremi del CONI ratificherebbero le nostre ragioni”. Ha esordito così il DS dell’Alcamo in merito al ricorso con cui la società bianconera aveva chiesto il 3 a 0 per la gara di Castelvetrano. “A questo punto, però, piuttosto che adire l’arbitrato del CONI preferiamo rigiocare la partita sia per non prolungare un’attesa che metterebbe a rischio gli equilibri del campionato che per non andare incontro ad altre onerose spese legali.

Sia chiaro comunque che le due sentenze faranno giurisprudenza – ha spiegato il direttore sportivo dell’Alcamo – e indicheranno la strada per altri simili episodi, invasioni di campo comprese. Rigiocheremo quindi la gara con la Folgore – ha ribadito Prestigiacomo – anche se le condizioni saranno ben diverse da quelle degli ultimi tre minuti della partita sospesa. Eravamo infatti in superiorità numerica e stavamo attaccando a testa bassa nei confronti di un avversario che dava l’impressione di essere alla corda. Spero che tali episodi non accadano più ma mi corre l’obbligo di ribadire, per onestà intellettuale e per amore verso lo sport, che i due gradi di giudizio del calcio siciliano appaiono davvero incomprensibili”.