Fiamme sul monte Bonifato, ancora all’opera canadair ed elicotteri. Sottobosco non pulito alimenta fiamme

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L’ultimo lancio alle 20,30 di ieri sera e il fuoco sul monte Bonifato sembrava domato. Poi l‘enorme quantità di foglie secche e rami sul terreno, una pulizia del sottobosco che non si effettua accuratamente da decenni, hanno fatto ripartire il rogo. Le fiamme sono dentro la riserva e stanno briciando tutto, seppur adesso la situazione sembra più calma. Questa mattina poco dopo le sei hanno ripreso a volare due canadair e un elicottero Falco 3. Tantissimi lanci d’acqua prelevata in mare. Allo stato attuale ci sono ancora focolai attivi nonostante l’impegno ininterrotto di forestale, vigili del fuoco, protezione civile. Ieri sera sul posto sono anche saliti il sindaco Domenico Surdi e il comandante della polizia municipale Ignazio Bacile. Alcune abitazioni, sul versante nord-ovest della montagna alcamese, sono state evacuate a causa del fuoco che si era pericolosamente avvicinato.

Sembrano siano stati due o tre gli inneschi. Il fronte più vasto è partito, guarda caso, da un terreno incolto, non ripulito dalle sterpaglie secche e in cui si trovavano anche pezzi di legname.  Guarda caso il fuoco é partito in favore di vento, alle 18 circa di ieri, quando i velivoli avrebbero potuto operare per poco tempo prima dell’oscurità.  Un fronte molto vasto e difficile da arginare è subito salito verso la vetta da contrada Fastuchera. L’incendio ha subito raggiunto il vialone parafuoco realizzato a difesa della riserva e lo ha superato. La scelta criminale di piromani è sempre la stessa: testare il vento e non consentire ai canadair di operare a lungo a causa del buio notturno. Dei folli delinquenti che godono nel vedere bruciare l’importantissimo patrimonio boschivo.  La situazione é tutt’ora delicata e preoccupante ma sembra possa volgere in positivo tranne che non si scateni qualche raffica di vento.  Tanti gli ettari bruciati di macchia mediterranea e specie vegetali di pregio, numerosi gli alberi che si stanno incenerendo. Danneggiati anche alcuni vigneti di uve pregiate.

Le fiamme hanno danneggiato circa un terzo di quello che era rimasto dal terribile rogo  di fine settembre 2012. In quell’occasione alcuni scellerati attivarono poco meno di trenta punti fuoco. Case evacuate, vigli del fuoco e forestali stremati, più di due giorni di operazioni per spegnere quell’inferno di fuoco. In quell’occasione Alcamo riuscì a mobilitarsi e anche le istituzioni locali erano presenti sulla montagna per stare al fianco di chi rischiava la vita per salvare il salvabile, mettere in sicurezza case, persone e animali. Adesso, rispetto a undici anni a, è ancora presto per fare bilanci perché dal Bonifato ancora fumo sale verso il cielo. Si possono però ipotizzare responsabilità. Qualche terreno incolto alle falde della montagna e lo stato di abbandono assoluto del sottobosco della riserva la cui gestione appartiene al Libero Consorzio, l’ex provincia regionale di Trapani. Un degrado assoluto nonostante la convenzione fra comune di Alcamo, Libero Consorzio e Regione che scadrà nel 2026.