Emergenza rifiuti. In Sicilia lo specchio del fallimento della politica

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Da Gela a Canicattì. Da Palermo a Carini. Da Alcamo a… e l’elenco potrebbe continuare in una Sicilia dove decine di Comuni affogano nell’immondizia. Nonostante le tasse aumentino puntualmente ogni anno il servizio della raccolta dei rifiuti in Sicilia fa acqua da tutte le parti a causa di una politica miope che negli ultimi decenni non ha mai affrontato seriamente il problema, ma proponendo di volta in volta soluzioni temporanee. Discariche piene. Impianti vecchi. Mezzi e personale insufficiente hanno fatto scattare un allarme non preso nelle giuste considerazioni nei Palazzi regionali della politica. Non decolla la differenziata. Si offre uno spettacolo indecoroso con le strade tappezzate da cumuli di sacchetti con materiale in liquefazione per il caldo. A Palermo le montagne di rifiuti sono diventate oggetto delle foto dei turisti. Rifiuti come souvenir. E poi il tasto dolente della mancanza di quegli impianti per lavorare i rifiuti. In Sicilia si parla sempre ma non si agisce mai. Troppi interessi e troppe polemiche non fanno decollare impianti che se nelle nazione europee sono sufficienti due anni per completarli. In Sicilia bene che vada ne occorrono trenta e una volta ultimati ormai sono tecnologicamente superati. Insomma si affoga nell’immondizia . Si affoga nelle polemiche. Si discute solo e basta con gravissimi disagi per intere comunità. A Vienna c’è un impianto nel centro della città. Si bruciano rifiuti che diventano energia e non esce un filo di fumo. In Olanda è stato creato un mega impianto e sul tetto realizzata una zona verde e parchi giochi per i bambini. E In Sicilia? Tutto rimane fermo. Solo chiacchiere e promesse inutili. In questo gravissimo contesto i Comuni cercano di arrangiarsi come meglio possono mentre i cittadini, Alcamo compresa, non sanno a quale santo votarsi. Insomma in Sicilia c’è un totale collasso. Ma vuoi vedere che la colpa è dei cittadini sporcaccioni? In molti Comuni hanno trovato la soluzione per punirli. Task force per multare chi si disfà dei rifiuti. Droni e telecamere per intercettare chi si libera di un sacchetto. Va sottolineato che le regole vanno rispettate dai cittadini, i quali hanno, però, il diritto di avere un servizio efficiente. Addirittura il Comune di Palermo invita a denunciare via whatsapp chi deposita i sacchetti. Giuste le denunce e le segnalazioni. Giusti i controlli con le telecamere, una quarantina ne collocate il Comune di Marsala. Telecamere anche il alcune zone di Alcamo. Insomma ci si inventa qualsiasi cosa per cercare di tenere le città pulite, dove sono scesi in campo anche volontari per come è successo di recente ad Alcamo Marina. Ma la politica faccia un serio esame di coscienza e avvii subito progetti seri per creare quegli impianti, presenti in tante nazioni e nel nord d’Italia, che garantiscano lo smaltimento. Altrimenti l’emergenza, pur con tutti i controlli possibili, è destinata ad aumentare. Alcamo è piena di sacchetti abbandonati perché il personale dell’Energeticaambiente è impegnato anche nelle zone di villeggiatura. L’organico è di 110 persone, ma bisogna considerare ferie e malattie e quindi si riduce. Francamente non si comprende come una ditta che avrebbe dovuto subentrare ad Alcamo nel servizio avrebbe potuto garantirlo con 40 persone in meno, previsto nel piano presentato al Comune. Insomma in Sicilia è sempre caos rifiuti e le responsabilità sono per una ultradecennale politica che ha partorito solo chiacchiere. Ma le montagne di rifiuti sono purtroppo una realtà.