Emergenza idrica, a Trapani si torna a parlare di dissalatori

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Una mega impianto quasi sempre guasto. Il mega impianto, realizzato negli anni ottanta con un appalto miliardario vinto da un’impresa di Caltanissetta, versa in totale stato di abbandono e non è economicamente vantaggioso tentare di ripristinarlo visti i risultati  del periodo in cui funzionava sempre a singhiozzo. Ora in tempi di siccità, causati dai cambiamenti climatici e con l’acqua razionata si torna a parlare on colpevoli ritardi di realizzare un dissalatore nel territorio di Trapani. Quindi parliamo della  costruzione di un dissalatore di nuova generazione per sopperire all’emergenza idrica. E’ la richiesta che la maggioranza consiliare di Trapani, con a capo il sindaco Giacomo Tranchida, ha avanzato alla Regione. Un dissalatore da costruire anche attraverso l’interlocuzione del governo nazionale e che possa alleviare, così, le difficoltà di un territorio per il quale il governo regionale ha emana stato di crisi per l’acqua potabile. La proposta fa parte della mozione della maggioranza approvata in seguito al consiglio comunale straordinario sulla crisi idrica richiesto dall’opposizione. E nel documento si chiede anche che “la Regione possa sostenere finanziariamente l’Ati Trapani attraverso finanziamenti a fondo perduto in conto gestione per portare in equilibrio il Piano Economico del Piano di Ambito e chiudere le procedure per arrivare velocemente al soggetto gestore unico previsto per legge”. Tra le richieste avanzate alla Regione c’è anche “l’installazione di impianti per il recupero ed il riutilizzo delle acque piovane ovvero delle acque reflue urbane ed industriali, nonché il riutilizzo per l’irrogazione delle acque depurate. Il deputato regionale trapanese Dario Safina ha depositato all’Ars un’interpellanza urgente al Presidente della Regione e all’Assessore all’Energia per sollecitare azioni immediate da parte del governo regionale per affrontare l’emergenza idrica in provincia di Trapani. “Una soluzione a medio lungo termine – suggerisce Safina – potrebbe essere la costruzione di nuovi dissalatori lungo il perimetro siciliano per garantire un approvvigionamento continuo in situazioni di emergenza”. Va sottolineato che in Israele ha l’ acqua potabile grazie ai dissalatori che vengono costruiti in due anni. Ma in Italia e Sicilia per realizzare opere spesso trascorrono decenni nonostante le emergenze. E una è quella che in provincia di Trapani si perde nel sottosuolo circa il 50 per cento dell’acqua che dovrebbe arrivare nelle case.