Droga in centro ad Alcamo. Arresti e altre misure per madre, figli, nuora e genero

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Una madre, due figli, una nuora e un genero. Un intero nucleo familiare intento a spacciare, con costanza, in pieno centro ad Alcamo. Principale teatro della cessione degli stupefacenti, la via Masaniello, angusta via che sorge a poche decine di metri dalla centralissima piazza Ciullo.

Sono cinque le misure cautelari emesse dal Gip di Trapani eseguite dagli agenti del Commissariato di Alcamo e della Squadra Mobile, nei confronti di altrettante persone accusate di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso tra loro.

In carcere è finito il ventitreenne Salvatore Impelizzeri, già a domiciliari per furti in appartamento, mentre il cognato, Francesco Paolo Piazza, 33 anni,  pregiudicato, è finito ai domiciliari con braccialetto elettronico.  La compagna del primo, Denise Gioè, 27enne, anche lei coinvolti nei furti in appartamento e già sottoposto all’obbligo di dimora ha subito un nuovo provvedimento dello stesso tipo.

Obbligo di dimora anche per Maria Emanuela Impellizzeri, 28 anni, sorella di Salvatore, che con il marito Paolo Piazza risiedono a Calatafimi. Coinvolta nell’operazione anti-droga della polizia anche la madre degli Impellizzeri, Felicita Milazzo, 47enne. Per lei, che non era sottoposta ad alcuna misura, il GIP ha disposto l’obbligo di dimora ad Alcamo.

Le indagini dai poliziotti del Commissariato di di Alcamo, scattate nel 2020, hanno fatto luce su di un vasto giro di droghe, soprattutto marijuana e hashish, cedute a numerosi acquirenti, anche giovanissimi, con consegne ed ordini effettuati pure attraverso la linea telefonica cellulare tradizionale o sfruttando le applicazioni di messaggistica istantanea, wath’s app e telegram. La piccola via Masaniello, ubicata nel pieno centro cittadino di Alcamo, era stata trasformata dagli indagati in una vera e propria piazza di spaccio.

A tre degli indagati è stata altresì contestata una tentata estorsione ai danni di un giovanissimo assuntore di stupefacenti, poiché, al fine di costringerlo a pagare un debito contratto per acquisti di hashish, i componenti della banda avevano organizzato una spedizione punitiva nei suoi confronti.