Droga a Borgetto, undici indagati tra i 20 e i 40 anni. Arrestato un trentatreenne

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Le vie del centro abitato di Borgetto erano divenute una sorta di market della droga con lo stupefacente talvolta ceduto anche a minorenni. La rete di spacciatori è stata però scoperta dai carabinieri grazie all’analisi di alcune telecamere della video-sorveglianza. Così dalle prime ore di stamattina, i militari della compagnia di Partinico, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di dodici misure cautelari nei confronti di soggetti di età compresa fra i 20 e i 40 anni, alcuni con piccoli precedenti ma altri incensurati. Uno di questi, un 33enne, è finito agli arresti domiciliari mentre per 5 è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Altri sei sono stati invece sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g.

Tutti, secondo il provvedimento, sarebbero responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, condotta dai carabinieri da febbraio a luglio del 2020, ha consentito di documentare, anche grazie alle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza posizionati sui luoghi in cui si svolgeva l’attività di spaccio, numerosissime cessioni di sostanze stupefacenti effettuati dagli indagati a favore di assuntori borgettani. L’attività investigativa è nata dai quotidiani servizi di controllo del territorio svolti dalla locale Stazione dei carabinieri durante i quali è stata notata la presenza di giovani, anche alcuni degli indagati che, stazionando nei pressi di alcune vie del centro abitato, avrebbero assunto comportamenti riconducibili all’attività di spaccio di droga. Sulla scorta di quanto acquisito dai carabinieri  di Borgetto e delle successive investigazioni della Compagnia di Partinico, i militari sono riusciti a raccogliere un consistente quadro indiziario nei confronti di tutti i presunti responsabili.

Il provvedimento del GIP ha poi rimarcato come lo spaccio, svolto in connessione con il consumo personale, e i rapporti tra i soggetti monitorati, abbiano evidenziato il pericolo della reiterazione del reato. Fra l’altro, alcuni degli indagati avrebbero fermato la loro attività di spaccio nemmeno dopo aver scoperto una delle telecamere installate dagli investigatori.