‘Delivery della droga’ a Castellammare del Golfo, 28 novembre sentenza d’appello del rito abbreviato

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Andrà a sentenza il prossimo 28 novembre il processo d’appello scaturito dall’operazione ‘Delivery della droga’ che ha sgominato un vasto spacco di droga che aveva come epicentro Castellammare del Golfo. Gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato avevano subito complessivamente condanne per un ammontare di  30 anni di reclusione e oltre 119.000 euro di multa. Nell’udienza di ieri per il giudizio di secondo grado è stata discussa la posizione di  tre imputati, il castellammarese Salvatore Bosco ritenuto no die capi dell’organizzazione, il partinicese Antonino Maragliotti e il trappetese Salvatore Ferrara. Calendarizzate altre due udienze per sentire i rimanenti imputati: 24 ottobre e 7 novembre. Il 28 dello stesso mese la sentenza. Il processo, in primo grado, registrò una sola assoluzione, quella per il trentaduenne castellammarese, Ivan Ferro. Arrivarono invece otto condanne, tutte quante appellate. La più pesante è stata inflitta al quarantunenne Salvatore Bosco, figlio di un noto personaggio detenuto per mafia, a 7 anni e quattro mesi di carcere e al pagamento di 34.000 euro di multa. Cinque anni e cinque mesi di reclusione per la sua compagna, Emanuela Di Bartolo, 43enne castellammarese, che dovrà anche pagare 24.000 euro di multa. Condannato pure il figlio di quest’ultima, Davide Calabrò, a 3 anni, 8 mesi, 14 giorni di carcere e 17.000 euro di multa. Quattro anni e otto mesi di reclusione, nonché 20.000 euro ciascuno di multa, per i palermitani Domenico Bellomonte e Gabriele Piazza. Pene più leggere per Maragliotti e Ferrara.

Le indagini dei carabinieri si conclusero il primo marzo del 2022  con gli arresti anche di altri imputati che hanno poi optato per il rito ordinario. I carabinieri avviarono le ricerche dopo le dichiarazioni della moglie di un consumatore di cocaina che aveva indicato i nomi dei presunti pusher. Secondo gli investigatori a Castellammare del Golfo tre persone, con l’aiuto di complici e parenti, anche in pieno lock-down, avrebbero organizzato un sistema di «delivery» (consegna a domicilio) di marijuana e cocaina, acquistate a Partinico e nel quartiere Zen di Palermo.