La Sicilia ha un record del quale non si deve andare fieri. Infatti è ultima per numero di tamponi effettuati: 4.734,9 ogni 100 mila abitanti. Le statistiche della settimana fra il 6 e il 12 luglio assegnano all’isola un primato che fa discutere. “Ma è un dato che non deve sollevare alcuna preoccupazione — si affrettano a dire dall’assessorato alla Sanità — perché oggi i tamponi si fanno solo in presenza di determinate situazioni previste dai protocolli: ai sintomatici e prima dei ricoveri in ospedale. Ma la guardia non va abbassata”. In totale, i casi registrati nell’isola dall’inizio dell’epidemia salgono a 3.100, mentre le vittime restano 283. Infine sono 123 i positivi. “Nessun elemento di preoccupazione — ribadiscono dalla task force dell’assessorato — e le risorse in campo sono adeguate. Al punto che la Regione ha potuto anche sostenere gli uffici di sanità marittimi e di frontiera, strutture del ministero della Salute, nella nuova emergenza migranti”. La Sicilia è invece la terza regione con il minor numero di deceduti per 100mila abitanti: 5,7 (meglio ancora una volta la Calabria, con 5, e la Basilicata, con 4,8). Si guarisce anche di più: nell’ultima settimana in Sicilia la percentuale di guariti-dimessi sul totale dei positivi è passata dall’86,4 per cento all’86,9 per cento. La media nazionale è di 87,8. Dati che non debbono, però, fare abbassare la guardia e quindi non comportarsi da irresponsabili perché il virus è infido e sempre in agguato. E ieri in Sicilia 15 nuovi casi di cui undici di extracomunitari e 4 nel catanese. Intanto il governatore Nello Musumeci lancia l’allarme sul rischio contagi per i continui sbarchi e per l’assenza di controlli per i turisti che arrivano in Sicilia.