Bufera sul consiglio comunale di Petrosino. Arrestato Buffa, indagato presidente

0
93

Michele Buffa, consigliere comunale di Petrosino, componente della maggioranza che sostiene il sindaco Giacomo Anastasi, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito di un’inchiesta portata avanti dai carabinieri e coordinata dalla DDA. Il politico, vicino ai vertici provinciali dell’UDC, è stato posto ai domiciliari. Un’altra misura cautelare ha raggiunto Marco Buffa, cinquantenne, pregiudicato per reati con cui avrebbe avvantaggiato cosa nostra. Quest’ultimo si trovava già in carcere (era rimasto coinvolto nel settembre scorso nell’operazione antimafia dei carabinieri Hesperia).

Il giudice ha ritenuto che Marco Buffa, già condannato in primo grado per 416 bis e, in via definitiva, per aver favorito la latitanza dei vertici del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, “abbia procurato voti in favore del candidato Michele Buffa, consentendogli di essere eletto a consigliere comunale di Petrosino. Questo in cambio dell’erogazione di denaro e di altre utilità, nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze dell’associazione mafiosa”. Da una ricostruzione effettuata dagli inquirenti, già nell’aprile del 2022, in piena campagna elettorale per le amministrative, si sarebbero svolti incontri a Petrosino tra Marco Buffa e alcuni candidati, che già prima delle elezioni vennero indicati come vincenti. Il pregiudicato, sempre secondo i magistrati, “avrebbe, infatti, svolto una vera e propria campagna elettorale, anche porta a porta, in favore della lista poi risultata vincitrice, in cambio di denaro, della promessa di lavori socialmente utili per sé e per alcuni accoliti, – scrive la procura – e dell’assunzione di amici nell’azienda dove lavorava il candidato sponsorizzato”.

I carabinieri hanno effettuato due perquisizioni domiciliari e notificato altrettanti avvisi di garanzia, sempre per scambio elettorale politico-mafioso, nei confronti del presidente del consiglio comunale di Petrosino, Aldo Caradonna, indiziato di avere beneficiato di voti da parte di Cosa Nostra, e di un altro indagato che avrebbe assicurato comunicazioni riservate con gli altri soggetti coinvolti. Il provvedimento deriva dalla prosecuzione delle indagini dei carabinieri che avevano portato, lo scorso 6 settembre (con l’operazione Hesperia) all’arresto di 35 persone indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.