Condannato Mimmo Fazio, 4 anni e mezzo più interdizione e confisca beni

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L’ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale è stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione per corruzione nell’esercizio della funzione di parlamentare, la cosiddetta ‘corruzione impropria’. Assolto con formula piena, invece, dai reati di traffico di influenze illecite e rivelazione di segreto d’ufficio.

Si è così concluso il processo di primo grado scaturito, a carico di Mimmo Fazio, dall’inchiesta ‘Mare Monstrum’ del 2017, la tangentopoli del mare per i collegamenti con le isole minori siciliane. La sentenza, emessa ieri pomeriggio al Tribunale di Trapani dal giudice Enzo Agate, ha stabilito anche l’interdizione per l’ex politico dai pubblici uffici per cinque anni, la confisca di beni per un valore di circa 200mila euro e ha quantificato danni alla Regione per la stessa cifra e alla presidenza della Regione Siciliana per altri 50mila euro. Con la sentenza di ieri si è chiuso un troncone dell’indagine  “Mare Monstrum” la cosiddetta “tangentopoli del mare”. Un’indagine coordinata dapprima dalla Procura di Palermo e poi passata per competenza a quella di Trapani, per la quale nel 2017 Fazio venne arrestato, mentre era in corsa per tentare di riconquistare la carica di sindaco di Trapani.

“Fazio ha fatto mercimonio della propria carica politica orientando a favore della compagnia di navigazione l’azione della Pubblica Amministrazione …non ha tutelato mai interessi pubblici e collettivi ma quelli di un privato”. Questo un passaggio della requisitoria dei pm che per i giudici è risultato piena mente provato. I giudici hanno riconosciuto Fazio colpevole per avere fatto leva sulla sua carica di deputato regionale per favorire gli armatori Vittorio ed Ettore Morace, proprietari della compagnia  Liberty Lines (ex Ustica Lines), e di Aldo Carpinteri, ex amministratore delegato di una ditta specializzata nel mercato on line di griffe internazionali, “Stefania Mode”. Ettore Morace ed Aldo Carpinteri nel corso dell’istruttoria hanno patteggiato l’accusa di corruzione. Vittorio Morace, che fu patron anche del Trapani Calcio negli anni in cui l’undici granata sfiorò la promozione in serie A, è uscito dal processo per motivi di salute ed è deceduto da qualche anno. Girolamo Fazio, si deduce dalla lettura del dispositivo della sentenza di primo grado avrebbe ottenuto denaro e favori per essersi messo a disposizione delle due compagini imprenditoriali.