Coltivazione canapa indiana, sotto processo in cinque a Marsala. Tra questi, i fratelli Sparla

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Andavano a trovare l’amico coltivatore di canapa indiana con una certa frequenza, tanto da sospettare un loro diretto coinvolgimento nella vicenda: cinque marsalesi sono finiti sotto processo per concorso nella medesima attività illegale. Si tratta dei fratelli Vincenzo e Alessio Sparla, rispettivamente di 39 e 36 anni, Gaspare Sparla, 53 anni, Gaspare Maurizio Giannone, 49 anni e Vincenzo Fabio Licari di 47 anni. I cinque, alcuni dei quali noti alla giustizia e alle forze dell’ordine, sono stati ripresi grazie al sistema di videosorveglianza installato a casa dallo stesso coltivatore, già arrestato e condannato con patteggiamento.

Assidui incontri che, secondo gli imputati, non sarebbero da ricollegare ad una loro partecipazione all’attività illegale, ma solo a semplici visite di cortesia all’amico condannato. I più noti del gruppo in questione sono i fratelli Vincenzo e Alessio Sparla, coinvolti nell’indagine iniziata nel 2017, e  coordinata dal Commissariato di Marsala e dalla Squadra Mobile di Trapani che condusse al rinvenimento di un’abitazione, nei pressi di Piazza Carmine, nel centro storico marsalese, adibita a centrale di spaccio. Le successive investigazioni condussero ad uno scenario criminale nell’ambito del quale i fratelli Vincenzo e Alessio Sparla erano  tra i principali approvvigionatori di cocaina sulla piazza di Marsala.

Un’attività di spaccio che riforniva anche l’isola di Favignana dove gli Sparla potevano contare sulla collaborazione di Ignazio Mammone, anello di congiunzione tra Marsala e l’isola per il trasporto di eroina. Gli esiti investigativi condussero nel 2020 alla condanna degli Sparla, con rito abbreviato, per detenzione e spaccio di cocaina: in particolare, a seguito di una perquisizione domiciliare, Alessio Sparla era stato trovato in possesso di un cospicuo quantitativo di cocaina destinata allo spaccio; presso l’abitazione del fratello, invece, era stata rinvenuta una pistola Beretta, calibro 7.65, completa di munizionamento, da quest’ultimo nascosta nella camera da letto e detenuta illegalmente.