Castellammarese raggiunge “corridoio”. Cominciata rischiosa uscita dall’Ucraina

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E’ giunto alle 7,45 a Kherson, (600 chilometri da Kiev), centro strategico dell’Ucraina meridionale conquistata dalle forze russe, prima città a finire nelle mani di Mosca. E’ il castellammarese Simone Sclafani, 39 anni, che ha intrapreso il rischioso viaggio di ritorno per tornare nella sua città natale. E’ in continuo contatto con il sindaco Nicola Rizzo al quale ha comunicato di avere lasciato la cittadina in cui abitava, vicino ad Odessa, su un taxi in compagnia di un altro italiano e di due cittadini ucraini, che intendono lasciare la loro nazione. E’ riuscito dopo giorni di paura e tensione ad  intraprendere  il viaggio verso Castellammare, grazie a due corridoi umanitari aperti dai russi. Simone Sclafani ha più volte dichiarato ai familiari e al primo cittadino, che sta collaborando per il rientro, di avere paura e di avere cercato riparo dalle bombe e dai bombardamenti che continuano a cadere nella zona. E cosi il castellammarese Simone Sclafani, operaio edile  di 39 anni, continua ad andare avanti fra terrore e distruzione. Più volte ha contattato il comune di Castellammare del Golfo e negli ultimi messaggi ha chiesto anche aiuti per il suo sostentamento.

L’uomo era partito da Castellammare con la compagna Yula per andare a trovare la suocera che sta poco bene. I familiari di Yula vivono in un piccolo paesino vicino Odessa, nella zona sud-orientale dell’Ucraina. Da quelle parti è davvero un’impresa raggiungere uno dei corridoi umanitari che si trovano dal lato opposto. Ma ieri si è aperta una possibilità di potere lasciare l’Ucraina per raggiungere la Polonia da dove in aereo tornare in Italia. Lo staff del sindaco Rizzo è in continuo e stretto contatto con la Farnesina e dal ministero il ritornello è stato sempre lo stesso: il 39enne castellammarese deve soltanto cercare di raggiungere un corridoio umanitario, cosa che finalmente ha potuto fare.  Soltanto lì potranno arrivare aiuti, cure e i modi per farlo rimpatriare.

Un’operazione rischiosissima. Anche se scortato dai militari ucraini per Sclafani, come per qualsiasi altro civile che si muove in quelle zone, risulta davvero difficile avere certezze o garanzie sulla sua incolumità. I contatti fra l’uomo, il comune della cittadina del Golfo e la Farnesina continuano ad andare avanti da tre settimane. Soluzione che invece è stata trovata da un’intera famiglia di origini castellammaresi che viveva a Kiev. Alle prime avvisaglie del conflitto e degli spostamenti delle truppe russe che puntavano proprio sulla capitale dell’Ucraina, i tre sono riusciti prima dell’invasione a lasciare la nazione ritornando a vivere in Italia.