Castellammare del Golfo: locali non in regola, in tre chiudono

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CASTELLAMMARE DEL GOLFO – Giro di vite del Comune contro gli illeciti commerciali. A farne le spese tre locali che sono stati chiusi per avere somministrato bevande e alimenti senza la necessaria autorizzazione. Due chiudono nel centro storico, un altro alla periferia. Così ha deciso il sindaco Nicola Coppola che ha emanato le ordinanze di chiusura attività in seguito ai sopralluoghi effettuati dal comando di polizia municipale che ha accertato le violazioni. Sostanzialmente i tre casi sono simili e il provvedimento colpisce le titolari tutte donne residenti a Castellammare del Golfo: i locali vendevano cibo e bevande ma senza avere avuto la necessaria autorizzazione da parte degli organi competenti in materia. Un’attività è stata chiusa nella centralissima via Garibaldi ed era intestata ad A.M.L., 37 anni; analoghi provvedimenti hanno riguardato il locale di M.P., 75 anni, ubicato in questo caso nella via Marco Polo a Scopello, e di S.B., 43 anni, che era allocata in contrada Gemma d’Oro. Identiche le contestazioni e il procedimento adottato per quanto concerne i locali di corso Garibaldi e Scopello. In pratica i vigili urbani nel corso di un controllo hanno verificato che i titolari non erano autorizzati alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, né tantomeno era stata prodotta la Scia, documento di segnalazione certificata di inizio attività necessario per l’avvio dell’attività di pubblici esercizi. Il primo cittadino ha ritenuto di chiudere entrambi i locali. Un po’ più complessa invece la vicenda che ha riguardato il locale di contrada Gemma d’Oro. Qui è nato tutto da un’ispezione del Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asp di Trapani nel corso della quale è emerso che all’interno dell’attività si preparavano alimenti non contemplati nella registrazione rilasciata dall’ufficio dell’azienda sanitaria di Alcamo. La titolare fece richiesta di adeguamento che, secondo quanto certificato dalla polizia municipale, non è mai avvenuta. I caschi bianchi hanno verbalizzato che non è mai stata prodotta la documentazione necessaria e che quindi il locale non era autorizzato alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Anche in questo caso il sindaco ha deciso di disporre la chiusura dell’attività. Contro le tre ordinanze i titolari degli esercizi commerciali potranno proporre opposizione davanti al competente Tribunale Amministrativo Regionale, entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento, oppure direttamente al Presidente della Regione Sicilia entro 120 giorni dalla stessa data.