Castellammare del Golfo-Cemento depotenziato al porto, tutti rinviati a giudizio

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Il Gup di Trapani ha rinviato a giudizio quattro indagati accusati a vario titolo di una maxi frode per i lavori di potenziamento e messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo. In particolare, secondo la tesi della Procura di Trapani, avrebbero utilizzato calcestruzzo di qualità differente, poichè inferiore a quanto prescritto dalla legislazione tecnica sulle costruzioni all’epoca vigente. Si tratta di Mario Giardina, direttore del cantiere del porto, Leonardo Tallo, direttore dei lavori nominato dall’assessorato regionale ai lavori Pubblici, Rosario Agnello, legale rappresentante della società consortile Nettuno, e Domenico Parisi, rappresentante dell’associazione temporanea d’imprese composta dalle imprese Coveco, Comesi e Cogem. Un appalto da ben 40 milioni di euro i cui lavori si sono bloccati nel 2010, con il blitz della guardia di finanza su disposizione della Procura nell’ambito di un’inchiesta antimafia in cui emerse l’utilizzo di cemento depotenziato e l’interessamento all’appalto da parte di Cosa nostra. Soltanto nel luglio del 2013 i cantieri sono stati parzialmente dissequestrati ma di fatto non sono mai ripresi i lavori, nonostante i tanti annunci che nel frattempo si sono susseguiti. All’epoca in cui scattò l’indagine furono passati ai raggi x le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori. I finanzieri avevano posto sotto sequestro l’intera struttura cementizia realizzata all’interno dell’area di cantiere del porto dove erano stati dislocati i massi artificiali destinati a contenere il moto ondoso e che non sarebbero stati considerati conformi a quanto stabilito dal contratto di appalto. Da anni si sente parlare dell’annunciata ripresa dei lavori ma sino ad oggi si sono soltanto sprecati incontri e chiacchiere, senza alcun seguito concreto di riapertura dei cantieri. In ballo ci sono due lotti di lavori: il I lotto consiste nel prolungamento del molo foraneo, il II lotto invece consiste nella pavimentazione e arredo. Intanto il Comune ha già presentato richiesta di essere ammesso come parte civile così come l’associazione Codici. Da parte della Procura c’è la richiesta di invio a giudizio per tutti e quattro gli indagati.