Castellammare del Golfo-“Casa anziani degli orrori”, i 4 arrestati in silenzio davanti al Gip

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Davanti al Gip Caterina Brignone hanno fatto scena muta. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Rosanna Galatioto, 48 anni, gestore della casa di cura ‘Rosanna’, Anna Maria Bosco, 46 anni, Matteo Cerni di 66 anni, tutti di Castellammare del Golfo, e Marianna Rizzo, 31 anni, di Alcamo, i quattro arrestati dell’operazione “Casa degli orrori” che ha portato alla scoperta di una comunità alloggio in cui si sarebbero consumati dei maltrattamenti sugli anziani ricoverati. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, di contro il giudice per le indagini preliminari ha confermato la custodia cautelare in carcere. La parola ora passa ai legali dei quattro indagati che potrebbero fare ricorso la tribunale della libertà per chiedere quantomeno la misura dei domiciliari per i loro assistiti. Era comunque nell’aria la decisione del Gip dopo il provvedimento di arresto firmato da cui è scaturita l’operazione che è stata coordinata dalla Procura di Trapani e portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, guidati dal capitano Giulio Pisani, e dal comandante della stazione di Castellammare del Golfo Luigi Gargaro. Galatioto, Bosco, Cerni e Rizzo sono stati inchiodati dalle telecamere e dalle cimici piazzate dai militari dell’Arma all’interno della comunità-alloggio che sorge in via Segesta a Castellammare. Indagini portate avanti con metodi tradizionali dal momento che dall’interno della stessa struttura non è mai trapelato nulla per il clima di terrore che si era instaurato. Infatti i quattro avrebbero fatto ricorso spesso alle minacce per evitare che gli anziani potessero dire qualcosa ai parenti. Anzi, quando questi si ribellavano venivano per l’appunto sottoposti ad angherie anche peggiori. Tra gli episodi più terribili che sono stati raccontati dal Gip quello che un’anziana veniva schiaffeggiata e derisa perché con problemi di incontinenza e sporcava continuamente il pannolone; oppure ad un altro degente veniva fatto pulire con il corpo la saliva che accidentalmente perdeva dalla bocca e finiva sul pavimento. “E’ difficile – aveva scritto la Brignone – anche solo immaginare trattamenti più disumani e degradanti, che si spingono a forme di deprivazione sensoriale tipiche della vera e propria tortura. Difficile anche credere che degli esseri umani possano essere talmente crudeli e spietati nei confronti di altri esseri umani, per più di inermi per le precarie condizioni di salute e affidati loro per ragioni di salute”. Tanto che lo stesso gip paragona la casa di cura a un “lager”. Gli inquirenti hanno evidenziato “l’intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione ci continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti”. Secondo quanto captato da cimici e telecamere in quella comunità gli anziani sarebbero stati anche immotivatamente privati del cibo o dell’acqua, mentre altre volte venivano forzati a mangiare o a ingoiare più velocemente. Ad una 90enne venivano poi riservati i maltrattamenti peggiori: non solo schiaffeggiata ma addirittura legata alla sedia o al letto. Già comunque la decisione di ieri di confermare la custodia cautelare era stata in qualche modo preannunciata dalla stessa Brignone: “Non bastano gli arresti domiciliari per i quattro indagati – scriveva – perché da casa avrebbero potuto influenzare le fonti dichiarative”.