“Case a 1 euro”, a Calatafimi – Segesta, 42 immobili in vendita. Domande entro il 30 novembre

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Si allunga la lista dei Comuni del Belice che aderiscono all’iniziativa “case a 1 euro”, un progetto diffuso ormai in tutta Italia e ideato per riqualificare i piccoli borghi, i paesi e le frazioni in via di spopolamento. Dopo la capolista Salemi che sotto l’amministrazione Sgarbi fu la prima a sperimentare il progetto, è ora la volta di Calatafimi – Segesta che già lo scorso anno aveva aderito all’iniziativa mettendo a disposizione ben 58 immobili destinati al recupero della funzione abitativa del centro storico e alla riqualificazione del territorio dal punto di vista urbanistico al fine di favorire  l’apertura di attività turistico-ricettive, negozi o botteghe artigianali.

L’amministrazione Gruppuso ha deciso di aderire anche quest’anno mettendo in vendita 42 immobili acquisiti al patrimonio comunale dopo il terremoto del 1968: a questi ultimi, ne sono stati aggiunti alti sei da parte di privati. “”Questa iniziativa – dichiara il primo cittadino di Calatafimi –  darà una ulteriore spinta economica alla città, anche sotto l’azione dei privati e le sinergie con il pubblico.  Gli immobili inseriti nel bando, con scadenza il 30 novembre, necessitano di interventi di ristrutturazione prima di essere abitate. L’affidamento avverrà a chi presenterà la migliore offerta economica”. Una delle prime condizioni per chi acquisterebbe le abitazioni ad una cifra così irrisoria, infatti, è proprio quella della successiva ristrutturazione: accade però che, alcuni mesi dopo l’avvio dei lavori, l’Agenzia delle Entrate presenti il conto chiedendo migliaia di euro per sanare la propria posizione con il fisco.

Un altro Comune che, di recente, si è attivato per contrastare il rischio spopolamento, è stato quello di Gibellina che, nell’ambito del fondo sostegno per i Comuni marginali erogato dal Governo (180 milioni assegnati a 1.187 Comuni italiani), ha espresso l’intenzione di erogare un contributo di 5 mila euro a chi compra casa e si trasferisce nel territorio gibellinese. Per mezzo dello stesso fondo, l’amministrazione di Salvatore Sutera, intende sostenere la creazione di nuove attività commerciali e agricole a patto che rimangano aperte almeno per 5 anni.