Crescono le nuove iscrizioni presso registri delle Camere di commercio con il maggior contributo che arriva dal sud d’Italia. In Sicilia ben 3.944 partite Iva hanno sede nella nostra isola, mentre diminuisce a vista l’apporto fornito dalla ricca area del nord est. Sono dati dall’Osservatorio economico di
Unioncamere Sicilia. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni è positivo e in Sicilia si sono create condizioni più favorevoli per
avviare un’attività. “Complici – osserva Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – gli investimenti del ‘Pnrr’ e le politiche di sviluppo messe in campo dai governi nazionale e regionale”. Infatti, si evidenzia un forte aumento delle nuove attività innovative (1.560) e delle costruzioni (57), mentre perdono posizioni i settori tradizionali, come l’agricoltura, il manifatturiero, il commercio e il turismo. “Ciò conferma che la strada intrapresa da Unioncamere Sicilia – dice Pace – a sostegno dell’innovazione delle imprese è quella adeguata alle nuove esigenze del mercato”.
Il tessuto economico siciliano, con un tasso di crescita del numero di imprese dello 0,15% nel terzo trimestre, di poco inferiore (-0,02%) allo stesso periodo dell’anno scorso, si rivela resiliente alle crisi,
all’inflazione, al caro mutui e all’aumento dei costi delle materie
prime e dell’energia. In dettaglio, “la voglia di fare impresa – analizza Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia – è diffusa in tutte le province, con l’unica eccezione di Enna che ha un saldo negativo di 19 imprese, ma questa anomalia potrebbe anche essere solo frutto di un’operazione di ‘pulizia’ dei registri da partite obsolete. Infatti, i saldi sono più che positivi e Trapani (+4). Domani, Unioncamere Sicilia presenterà con la Camera di commercio di Palermo ed Enna la nuova Piattaforma “Servizio nuove imprese” assieme allo sportello dedicato a chi voglia avviare una nuova attività; e giovedì sempre a Palermo, con Sicindustria/Een, si svolgeranno gli incontri B2b fra 84 aziende siciliane che si sono iscritte ad oggi e 18 buyer del settore agroalimentare provenienti da Cina, Francia, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Svizzera, Stati Uniti e Vietnam.