I fratelli e imprenditori alcamese, Giuseppe ed Enzo Artale, sono stati assolti con formula piena dalle accuse di bancarotta fraudolenta e frode fiscale. Il tribunale di Trapani, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Tiziana Pugliesi, Giuseppe Oddo e Salvatore Di Giorgi, ha emesso il verdetto di assoluzione perché il fatto non sussiste, vale a dire che non è stato commesso alcun reato. Il procedimento aveva poi portato all’operazione della Guardia di Finanza di Alcamo che nel marzo del 2019 causò anche gli arresti domiciliari di Giuseppe Artale che però, dopo venti giorni, venne rimesso in libertà.
Ai due fratelli, fondatori alla fine degli anni ’90 del marchio di casalinghi Magazzini Gea, e anche ad alcuni loro familiari, poi usciti dall’inchiesta, nel maggio del 2020 vennero sequestrati anche 15 fabbricati, 13 terreni, 9 conti correnti, 6 veicoli e 5 società. Un patrimonio di oltre 2 milioni di euro che secondo l’accusa venne accumulato con somme di denaro sottratte alle vecchie aziende fallite e quindi a discapito dei creditori. Giuseppe ed Enzo Artale hanno ancora pendente il ricorso al tribunale del Riesame per l’annullamento di tali misure personali di prevenzione, anche quelle relative ad un baglio ottocentesco, al confine fra i territori di Alcamo e Partinico, utilizzato come rinomata sala ricevimenti e location per manifestazioni. La struttura comunque continua ad operare e pieno regime sotto la guida dell’amministratore giudiziario tribunale a un amministratore giudiziario, Rosario Candela.
L’assoluzione degli imprenditori Artale da quello che era alla base di tutto il castello accusatorio dovrebbe influire sostanziosamente anche nel processo riguardante la società Arca che gestiva empori di prodotti etnici e nella restituzione dei beni. Giuseppe ed Enzo Artale, nel 2009, raggiunsero notorietà anche nel mondo dello sport acquisendo la proprietà delle due principali squadre alcamesi di basket, una femminile che venne promossa in A/1 e una maschile che militò nella C nazionale.
