ATI Idrico, rischio commissariamento. Nessuna decisione su gestione acqua

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C’è il serio rischio di commissariamento per l’Assemblea territoriale idrica di Trapani dopo che è scaduto, il 7 novembre scorso, il termine per l’individuazione di un gestore cui affidare il servizio idrico integrato dei 25 comuni. Un decreto del Ministero della Transizione ecologica dello scorso 6 ottobre, che richiamava la legge 115 del 9 agosto, dettava i tempi sulla necessità di rafforzare la governance della gestione proprio del servizio idrico integrato. Dalla Regione, comunque, potrebbe arrivare la solita proroga in grado di mettere una pezza alle lentezze decisionali degli amministratori locali. Sia chiaro.

Non si tratta di decisioni di poco conto e per tutta una serie di motivazioni. Innanzitutto perché l’acqua rappresenta uno dei beni preziosi più importanti e poi perché il nuovo gestore otterrebbe una concessione pluridecennale. L’assemblea dell’ATI Idrico di Trapani deve ancora deliberare la forma di gestione, privata o pubblica o mista. Sul tavolo delle trattative ci sono due posizioni: quella guidata dall’assessore del comune di Calatafimi, massimo Fundarò, che propende per l’affidamento al pubblico, nella fattispecie all’AMAP, e quella a cui capo c’è il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, anche presidente dell’ATI Idrico, che recependo il volere del suo consiglio comunale riterrebbe invece affidare a privati la gestione dell’acqua.

La posizione di Rizzo sembrerebbe non godere dell’appoggio di molti comuni. In altre zone della Sicilia anche i sindacati hanno esternato preoccupazioni sui ritardi in materia. E’ capitato per esempio a Catania dove sulla spinosa vicenda sono intervenuti, con nota unitaria, Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici. In provincia di Trapani invece poco si parla dell’argomento sia dentro che al di fuori degli stessi enti locali coinvolti. Come se l’acqua e la sua gestione non rivestissero un ruolo cardine per il futuro dei cittadini e del territorio.