Alcamo, scoperta al castello: forse una fossa carceraria

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È venuto fuori durante uno degli ultimi sopralluoghi al trecentesco Castello dei Conti di Modica, effettuato per restituirlo quanto prima alla fruizione pubblica: un vano interrato situato all’interno della corte del maniero. L’ispezione lascia spazio a delle congetture sull’uso dell’ambiente in passato. Al riguardo il vicesindaco Salvatore Cusumano, ipotizzando un possibile collegamento fra quanto esposto nel libro di Monsignor Regina “Il Castello di Alcamo” – dove si parla di fosse per i rei -e il vano ispezionato, ha invitato l’architetto Ignazio Longo ed il geologo Antonio Bambina, a fare rispettivamente un’analisi storica ed un’indagine speleologica del sito.
Dall’indagine emergerebbe la conferma che, in origine il Castello, presidio difensivo della città murata, era utilizzato anche come carcere. La letteratura che ne esplora le fasi storiche, dalla fine del XIV al XVIII secolo, indica tra le stanze destinate ai prigionieri anche le cosiddette fosse per i rei. Altri vani interrati erano utilizzati come vasche d’acqua potabile.
L’esplorazione speleologica ha evidenziato un ipogeo che verso il basso si trasforma in un vano interrato a pianta quadrata le cui pareti sono costituite di travertino mentre nella parte sommitale l’ipogeo si chiude con una sorta di cupola sempre in travertino, mentre mancano completamente adduttori di acqua.
Proprio l’assenza di adduttori d’acqua e non solo – affermano Longo e Bambina- fa pensare all’ipotesi di una fossa carceraria che, se dovesse rivelarsi vera, sarebbe davvero una scoperta interessante che contribuirebbe a completare il quadro d’insieme della storia passata del castello simbolo della città.

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