Alcamo-Movida selvaggia, Comune assente ma è scontro aperto

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Il commissario comunale Giovanni Arnone ha fatto come Ponzio Pilato. Sulla vicenda della movida selvaggia, bevuta, senza regole etc, durante l’assemblea con un centinaio di abitanti del martoriato centro storico di Alcamo, aveva promesso un giro di vite soprattutto per quanto riguarda la musica sparata all’aperto durante le ore notturne, che provoca disturbi notevoli alle persone. Ieri sera nell’aula consiliare, presenti cittadini e titolari di locali, il commissario ha proposto che si mettano d’accordo tra di loro e ad un certo punto ha lasciato la riunione. Evidentemente questa presa di posizione ha scontentato tutti, in particolare gli abitanti abbandonati da tutte le autorità. Un denominatore comune è emerso: sono d’accordo sul fatto che nessuno vuole impedire di lavorare, ma nel pieno rispetto di leggi, regolamenti, ordinanze e di quelle norme non scritte che sono il rispetto degli altri, norme che nella Repubblica di Alcamo non vengono tenute in alcuna considerazione. La delegazione degli abitanti ha proposto che quei locali che, per motivi di spazio, sono costretti ad operare all’aperto non debbono installare apparecchi musicali. Insonorizzino i locali e si divertano all’interno, altrimenti operino secondo lo spazio che hanno a disposizione. I titolari di alcuni locali hanno manifestato i loro problemi. Le loro esigenze ma insistono nel voler suonare all’aperto nonostante il regolamento comunale e leggi in materia lo vietino. Addirittura hanno proposto 18 giornate continuative di musica in prossimità del Natale. Va sottolineato che nel recentissimo passato è stato abbondantemente sforato l’orario fissato nell’autorizzazione comunale, Ma un impiegato può derogare ad una legge? Nonostante le telefonate alle forze dell’ordine nessuno si è preso la briga di intervenire per reprimere questo malvezzo. Se si considera che lo scorso anno gli abitanti per tre mesi hanno fatto un contratto con un istituto di vigilanza privata ciò vuol dire che lo Stato ad Alcamo ha rinunciato al suo ruolo. Infatti non ci troviamo in aperta campagna bensì nel centro storico con obiettivi sensibili tipo il Comune, Uffici vari, biblioteche e chiese dove dovrebbero controllare le forze dell’ordine. Ci si riduce, invece, a far intervenire la polizia privata. Ciò è la dimostrazione del fallimento dello Stato ad Alcamo con tutte le sue Istituzioni. Ora gli abitanti attendono le decisioni del Commissario e nel caso non li soddisfi, già hanno allertato un studio legale, affinché predisponga denunce da presentare alla Procura, Questura e Comando provinciale dei carabinieri. Contemporaneamente chiederanno un incontro col prefetto. Gli abitanti sono sul piede di guerra e pronti ad intentare qualsiasi tipo di iniziativa affinché la tranquillità e il vivere civile torni nel centro storico, dove esiste qualche pub, degno di questo nome, come l’Alter Ego del quale non si è lamentato mai nessuno e dove si svolgono concerti di alto livello. Gli abitanti in coro hanno detto ai titolari dei locali di via Mazzini, Piazze Ciullo, Mercato e Corso VI Aprile, di prendere esempio dall’Alter Ego. C’è dunque tensione e speriamo che non succedano incidenti come quello di un anno fa quando un abitante della via Tenente Manno lanciò una pianta contro un gruppo di scalmananti e che per fortuna non colpì nessuno.