Alcamo-Morte Lorenz, da tempo la mamma minacciava il suicidio

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Da tempo Aminta Altamirano Guerrero aveva espresso l’intenzione di suicidarsi. E di ciò ne era al corrente anche la polizia. A rivelarlo ieri in Corte d’Assise, dove è sotto processo la donna per la morte del figlio Lorenz di appena 5 anni trovato morto nel letto della sua casa nel centro storico di Alcamo, è stato il cognato dell’imputata, Antonino Maniscalchi. In pratica Maniscalchi ha confermato il profilo umano e psicologico della donna di origini messicane, sostenendo che da molto tempo avrebbe manifestato segni di squilibrio. In particolare maniscalchi avrebbe detto davanti ai giudici che pochi giorni prima che si consumasse la morte del bimbo, avvenuta nel luglio dello scorso anno, la Guerrero chiamò l’ex marito, nel frattempo emigrato in Germania, dicendogli di avere scoperto che lui aveva una relazione con un’altra donna e per questo si sarebbe suicidata con il figlio. Lo stesso ex marito chiamò subito i parenti ad Alcamo dicendosi molto preoccupato. Pochi giorni dopo si consumò la tragedia, con Lorenz trovato morto a causa di un’overdose di farmaci antidepressivi utilizzati dalla madre. Gli inquirenti sono convinti che sarebbe stata la stessa Guerrero ad avere costretto il figlio a ingerire il contenuto dell’intero flacone con l’intenzione di suicidarsi anche lei ma poi non ne ebbe il coraggio, mentre la stessa imputata sostiene che il bimbo avrebbe approfittato di una sua disattenzione. Maniscalchi ha evidenziato poi che la polizia sarebbe stata al corrente delle intenzioni suicide della donna che però avrebbe sempre in qualche modo fatto marcia indietro: “Non faceva mai ciò che diceva” ha evidenziato il cognato dell’imputata. Il pm ieri ha chiesto di risentire i vertici del commissariato a riscontro di quanto riferito da Maniscalchi. Riguardo poi alle presunte violenze denunciate dalla Guerrero nei suoi confronti da parte dell’ex marito è arrivata la netta smentita in aula: “Non è mai stata aggredita – ha riferito sempre Maniscalchi -, semmai era lei che lo vessava con denigrazioni gratuite anche nei confronti dell’intera famiglia”. Secondo quanto accertato dall’autopsia Lorenz morì stroncato dall’ingestione di una dose massiccia di Amitriptilina, sostanza contenuta nel farmaco antidepressivo che regolarmente prendeva l’imputata. Questo farmaco era prescritto da ricetta medica. Secondo gli inquirenti, l’imputata, fortemente provata dopo la separazione dal suo compagno, intendeva togliersi la vita insieme con il suo bambino. Il flacone vuoto dell’antidepressivo che ha ucciso Lorenz venne ritrovato dalla polizia nel secchio dell’immondizia di casa sua. Secondo gli inquirenti quel flacone, che aveva una chiusura di sicurezza, non poteva essere stato richiuso da un bambino così come poi è stato ritrovato nella spazzatura.