Molti sostengono di volere la salvaguardia di quel bene che si chiama Bosco d’Alcamo, cento ettari compresa la Riserva, che versa nel più completo abbandono e dove ogni tanto volontari e associazioni ambientaliste piantano alberelli o effettuano, una tantum, la manutenzione. Troppo poco. Alla luce di questa semplice considerazione non si comprendono, salvo non esistano altri scopi, interessi di gestione politici o altro, i ritardi nell’intervenire. La convenzione tra Comune e Forestale è ancora rimasta sulla carta perché ritirata dal commissario comunale quando stava per tagliare il traguardo. “Ulteriori approfondimenti”. Così si è giustificato Giovanni Arnone. Quindi niente accordo tra Comune e Forestale. E mentre il Bonifato muore infiammano le polemiche, si inviano comunicati. Si interrogano le associazioni ambientaliste chiedendo chi li autorizzati e in base a quali accordi. Un gran bailamme come al solito in salsa alcamese, Chi ha dimostrato da sempre di avere le idee chiaere e Fare Ambiente di Alcamo che intende fare chiarezza: “ per fugare ogni dubbio, se mai ne fossero scaturiti dai comunicati precedenti. Si tiene a precisare che l’Associazione ha sempre condiviso nella forma e nella sostanza le attività del coordinamento “Salviamo il Bonifato” . Fare Ambiente “non ha alcun colore politico, tuttavia non può che accogliere con favore e apprezzare tutti gli interventi di quei politici che, come noi, ritengono che la gestione degli interventi selvicolturali nella Riserva debba rimanere in mano pubblica. Percorso condiviso in prima istanza anche dall’organo politico che attualmente regge il Comune di Alcamo. L’obiettivo che si vuole perseguire è quello della buona manutenzione e della salvaguardia della vegetazione sul Monte Bonifato che, a nostro avviso, può essere ottenuta con la stipula della convenzione fra il Comune di Alcamo e il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale e nessun Altro, che consentirebbe, ai sensi dell’art. 14 della legge regionale 16/96, l’esecuzione dei lavori selvicolturali e di prevenzione incendi nei terreni di proprietà comunale senza oneri per il Comune. L’amministrazione Forestale della Regione Siciliana – prosegue FareAmbiente è l’unico Ente preposto e in grado di ottemperare a queste mansioni, in quanto è il solo a possedere requisiti, personale, mezzi, competenze e risorse economiche. Giammai ci opporremo alla sinergia che tanti richiedono fra i vari soggetti purché preceduta dalla dovuta formalizzazione della convenzione tra enti pubblici . Ribadiamo che utilizzeremo tutti i mezzi normativi di cui siamo a conoscenza affinché si tuteli il patrimonio naturale degli alcamesi con la speranza di riuscire a far comprendere alla cittadinanza il valore immenso che ha il Monte Bonifato e la sua e nostra salvaguardia. Questo è il nostro obiettivo.