Alcamo. Disperato appello “Fate tornare subito mila figlia dalla Cina”

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L’appello disperato di una mamma alcamese a tutte le autorità dello Stato, che interpreta le preoccupazioni di quegli italiani, che vogliono fare ritorno in Patria, ma che sono bloccati in tante città della Cina, dove è esplosa l’epidemia del coronavirus. “Vi prego fate di tutto –dice Antonella Lippo – affinché la mia Dalila – ritorni ad Alcamo. Ci sentiamo abbandonati dalle autorità, così come mia figlia che allo stato attuale si trova in un albergo vicino all’aeroporto di Chengdu”. Si trova nel sud-est della Cina, ad oltre mille chilometri da Wuhan, diventata tristemente famosa, perché da questa città, di 14 milioni di abitanti, è partito il virus che ha costretto a dichiarare l’emergenza globale. Momenti di grande apprensione, che sfiora la disperazione, perché il papà Gino Adrana, la mamma Antonella Lippo e la sorella Giorgia si sentono abbandonati e stanno combattendo una battaglia con tutte le loro forze per far rientrare Dalila. La giovane laureata in lingue e culture moderne, con specializzazione in cinese e inglese, doveva imbarcarsi da Chengdu, giovedì all’una e 50, ma nel frattempo è arrivato l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per comunicare che “il ministro della Salute Roberto Speranza aveva adottato l’ordinanza che chiude il traffico aereo da e per la Cina”, affermando inoltre “che siamo stati il primo Pese dell’Unione europea a mettere in atto una misura cautelativa di questo tipo”. “Dalila è l’unica italiana – dice Antonella Lippo – che si trovava in aeroporto per tornare a casa. A sue spese ora si trova in un albergo vicino allo scalo di Chengdu ed è molto preoccupata perché non sa più a quale santo rivolgersi. E’ stata lasciata sola”. “Non mi ha contattato nessuno – dice Dalila alla mamma” con la quale comunica continuamente tramite l’app WeChat. “ Ci hanno consigliato – dice Antonella Lippo – di cercare di farle prendere un volo verso una città che non ha chiuso i propri aeroporti agli aerei cinesi. E poi da lì farla tornare ad Alcamo. Una combinazione difficile che comunque io e mio marito Gino stiamo cercando di mettere in atto pur di far rientrare nostra figlia, il più presto possibile, ad Alcamo”. Da giorni in casa Adragna-Lippo non si dorme. Il pensiero è sempre rivolto a Dalila, che si trova in Cina, da quasi quattro mesi. Lei era ospite di una famiglia cinese, ma da una decina di giorni era rimasta sola in quell’appartamento perché i proprietari erano partiti per andare a festeggiare il capodanno. Dalila Adragna, 25anni, si è laureata due anni fa all’università Kore di Enna in lingue e culture moderne: cinese e inglese. Dalila da giorni Indossa costantemente la mascherina. Non esce dall’albergo e se i voli non fossero stati annullati sarebbe atterrata ieri mattina a Fiumicino con un volo per il quale ha pagato un biglietto di 600 euro. Dalila Adragna e i suoi genitori vivono un dramma aggravato dal fatto di non sapere quando la giovane laureata in lingue potrà fare rientro in Italia e quindi potere tornare ad Alcamo. Non è la prima volta che Dalila Adragna si trova in Cina per perfezionare la conoscenza della lingua. Era andata durante un viaggio universitario ma in un altra città e quando non c’era alcuna epidemia. Adesso tutto è più preoccupante e papà Gino e mamma Antonella stanno vivendo momenti grande ansia e attendono il rientro della figlia ad Alcamo, lanciando appelli disperati a tutte le autorità dello Stato. La famiglia Adragna è in contatto anche con i genitori di Chiara Cravarotta, la studentessa di Castellammare bloccata all’interno dell’università di Tsingtao, nella provincia dello Shandong che si trova a circa mille chilometri da Whuan, città diventata spettrale e le immagini che arrivano sembrano le sequenze di un film dell’orrore. Ma questa volta si è di fronte ad una tragica realtà. Intanto le famiglie Adragna Craparotta lanciano appelli alla Farnesina per far rientrare le loro figlie.