Continua la cura dimagrante per la politica alcamese in seno al consiglio comunale. Sembra lontani anni luce i tempi in cui mediamente ogni mese andavano via attorno ai 300 gettoni di presenza per consigli e commissioni per una spesa che si aggirava sempre ben al di sopra dei 20 mila euro. L’ultimo bollettino dei pagamenti è forse un minimo storico per questo consiglio comunale. Ad ottobre sono stati stanziati soltanto 186 gettoni di presenza per un ammontare di poco superiore alle 11 mila euro. Cifra a cui si è arrivati non solo per effetto della netta diminuzione di sedute di commissioni consiliari ma anche per la rinuncia all’emolumento da parte di ben 6 consiglieri comunali. Si tratta di Trovato, Ferrarella e Nicolosi dell’Ucd e di Ruisi, Lombardo e Dara del gruppo consiliare di Abc che hanno rinunciato sino al 31 dicembre prossimo. In questo clima di fine mandato, considerato che nella prossima primavera ci saranno le elezioni amministrative, comunque ci sono consiglieri che hanno superato la doppia cifra di presenze. Il record spetta ad Antonio Fundarò ed Antonio Pipitone che rispettivamente sono riusciti a racimolare 17 e 16 gettoni, superando quindi il tetto massimo di emolumenti che si possono incassare e quindi fermandosi a 950 euro. Dietro di loro ci sono poi Francesco Sciacca e Leonardo Castrogiovanni che si fermano a 15 gettoni e poi a seguire a quota 14 Ignazio Caldarella, e a 13 Anna Maria Allegro, Giuseppe Campisi e Gaspare Coppola. Una netta inversione di tendenza per i consiglieri alcamesi che nel 2014 hanno messo insieme la bellezza di 4.276 i gettoni di presenza pari a una spesa di 260 mila euro, di cui 1.200 all’incirca per le sedute consiliari e il resto per commissioni, senza contare l’indennità fissa spettante al presidente del consiglio. Di queste commissioni in 365 giorni ne sono state convocate qualcosa come 500, siamo quasi vicini alla stratosferica cifra di una e mezza ogni giorno considerando sabati, domeniche e festivi. Ogni cittadino, neonati compresi, ha avuto nell’anno passato sulle spalle quasi 6 euro l’anno di spesa per mantenere gli organi consiliari. Numeri snocciolati nell’arco del 2014 dall’associazione Modi che da sempre porta avanti una battaglia in città contro gli sprechi ed i costi eccessivi della macchina burocratica, con particolare riferimento ai costi della politica.