Alcamo: castello Calatubo, 3° nella classifica Fai

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Terzo posto agganciato, primo assoluto in Italia. Il Castello di Calatubo ad Alcamo continua ancora a scalare la classifica del Fai in maniera vertiginosa. Nella tarda mattinata di oggi si è arrivati a sfondare la quota delle mille e 600 firme on line, consentendo così di staccare ad oltre 200 lunghezze la prestigiosa chiesa di San Domenico di Trani. Alcamo comincia a sognare concretamente la possibilità di potere agganciare il primo posto, la cui distanza si assottiglia sempre di più: in pochi giorni da mille lunghezze di distacco si è arrivati a circa 500, in pratica si è dimezzato. Se dovesse riuscire in questa impresa il Castello di Calatubo verrebbe finanziato e completamente recuperato. In pochi giorni il sito alcamese è riuscito a raggranellare una serie impressionante di consensi on line, riuscendo piano piano a scalare la classifica. Oggi conquistare il primo posto, seppur resta un obiettivo difficile, non è più impossibile. Un lavoro certosino di passaparola che porta la firma dell’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo” che ha portato una vagonata di voti. L’associazione infatti ha fatto un lavoro di portavoce e sensibilizzazione che ha dato e sta dando i suoi frutti. Votare è semplicissimo e gratuito: basta collegarsi via internet alla pagina www.iluoghidelcuore.it e cliccare su “vota ora” nel banner in alto alla pagina. Dopodichè si potrà cercare il luogo preferito, quindi in questo caso per il Castello di Calatubo basterà inserire la regione Sicilia e la provincia di Trapani. Una volta individuato il luogo da salvare ci si dovrà registrare e votare. Il tutto potrà essere fatto in pochissimi minuti. La bellezza di questo luogo lascia incantati chiunque dall’autostrada A-29 Palermo-Mazara del Vallo scorge questo straordinario sito e che suggestiona ulteriormente specie nelle ore serali con lo splendido effetto dell’illuminazione. Oggi il Castello però rischia seriamente di scomparire per effetto del degrado e dell’incuria del tempo. La posizione del sito, attraversato da importanti vie di comunicazione, la ricchezza del suo territorio e la presenza di uno sbocco marittimo di un entroterra tra Partinico e Segesta, spiegano la presenza di un insediamento già in età arcaica e l’importanza che esso assunse in età normanna. Il Castello, le cui esistenza è datata attorno all’anno mille, cessata la sua funzione militare si trasformò in masseria a controllo del vasto feudo e fino agli anni ’60 era ancora in buono stato di conservazione, grazie al continuo utilizzo dell’antica dimora che, con pesanti interventi di ristrutturazione aveva consentito, comunque, il mantenimento delle fabbriche. Poi l’oblio. La fortezza, ormai abbandonata, divenne un ovile. L’azione distruttiva degli animali, il terremoto del 1968 e l’assenza d’interventi condusse al crollo dei solai e infine delle murature.

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