Alcamo-Avvocato ricattato: ai domiciliari una collega; chiesti 80 mila euro per ritirare una denuncia

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Un bel mucchio di soldi in cambio del ritiro di una denuncia. Tre i protagonisti di questa vicenda che è finita con l’arresto di una donna avvocato, la trapanese Rosa Sanna, 43 anni. Con lei un altro avvocato di Alcamo, Josè Libero Bonomo, 50 anni, e un’altra donna alcamese di 59 anni, V.P. A far scattare l’indagine la polizia giudiziaria della forestale che ha teso una vera e propria trappola alla Sanna. In pratica un caso che è nato dalla denuncia di Bonomo il quale avrebbe riferito agli inquirenti di essere finito sotto ricatto. In sostanza al legale alcamese, secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbero stati richiesti ben 80 mila euro per ritirare la denuncia che era a suo carico, presentata dalla sua concittadina 59enne. Una denuncia, questa, con l’accusa di infedele patrocinio. Per chiudere la controversia la Sanna, stando alla ricostruzione della forestale, avrebbe contattato Bonomo concordando con lui la liquidazione di 80 mila euro. Con il pagamento di questa somma in pratica la denuncia sarebbe stata ritirata. Il legale di Alcamo però non è stato al ricatto e per questo si è rivolto agli inquirenti che, coordinati dalla Procura di Trapani, hanno deciso di far credere di stare alla richiesta dell’avvocato trapanese. I due legali si danno appuntamento in un bar dove pare che si fosse concordato un primo acconto della somma richiesta. Ma nel momento in cui Bonomo consegna la cifra sono entrati in azione gli agenti della forestale che hanno arrestato nella flagranza Rosa Sanna. Per lei sono scattati i domiciliari e l’accusa formulata è di concussione. V.P. invece è stata denunciata a piede libero. La Sanna non è la prima volta che finisce al centro delle cronache giudiziarie. Gli successe già nel 2010 quando venne arrestata perchè accusata di avere partecipato attivamente nell’adozione illegale di un neonato figlio di una disabile. La Sanna avrebbe aggiustato, secondo l’accusa che all’epoca gli venne rivolta, una perizia che avrebbe dovuto stabilire l’ esatta paternità di un bambino adottato. Contro l’ avvocato Sanna c’è l’ accusa di avere tentato di corrompere con 5 mila euro un perito nominato dal tribunale, ma anche il reato di alterazione di stato. Il presunto padre che rivendicava la paternità era assistito proprio dall’avvocato trapanese. Un caso che è stato svelato attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali. Per questa storia la Sanna ha patteggiato.