“Mia figlia era consenziente”: così si sarebbe giustificato un uomo all’incirca di 50 anni, sulla cui identità c’è il più stretto riserbo, davanti ai poliziotti che lo accusavano di aver abusato sessualmente della figlia. Ha ammesso che gli incesti si sarebbero consumati all’interno delle quattro mura domestiche di un appartamento di Alcamo. Sapeva tutto anche la moglie-madre che addirittura, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe alcune volte persino partecipato a quei giochi erotici. Emerge una terrificante storia di abusi nella cittadina alcamese il cui contorno è intriso di paura, rabbia, disperazione, solitudine, complicità e vergogna in un contesto socio-familiare degradato.
Il commissariato di Alcamo avrebbe ricostruito in modo certosino tutto il quadro probatorio che ha portato in carcere marito e moglie con la pesante accusa di abusi sessuali. A far cadere il velo è stata la stessa ragazzina che, evidentemente stanca di subire gli abusi, si è armata di coraggio ed ha cominciato a raccontare tutto ad amici e parenti. La notizia è rimbalzata di bocca in bocca ed è diventata di dominio pubblico al punto che il padre stesso, probabilmente intuendo di essere oramai incastrato, si è presentato in commissariato ad Alcamo ed ha raccontato tutto.
Gli agenti si sono subito messi al lavoro, dopo avere informato della deposizione la Procura di Trapani, ed a quel punto hanno cominciato il loro lavoro certosino d’indagine per cercare di trovare riscontri. Riscontri che sono praticamente subito arrivati: interrogando amici più stretti e parenti della vittima gli agenti hanno ricostruito tutti gli abusi, persino il contesto e il clima che si respirava nella “casa degli orrori” alcamese. In queste quattro mura sono accadute le più impensabili delle perversioni che adesso rischiano di segnare per sempre l’esistenza della minorenne.
Pare che l’incubo per la 14enne sia cominciato dall’estate scorsa, quindi quando ancora la ragazzina aveva 13 anni. Le morbose attenzioni del padre si sono trasformate in vere e proprie ossessioni sessuali verso la giovane figlia che in silenzio ha subito le violenze sessuali. A rendere più squallidi i contorni di questa storia il fatto che queste violenze non erano affatto tenute nascoste dall’uomo, tutt’altro. Inizialmente gli abusi li avrebbe consumati in solitudine, con il silenzio complice della moglie e degli altri due figli.
Un silenzio che però, stando ai primi accertamenti, sarebbe stato condizionato dalle minacce dell’orco che con la violenza, soprattutto psicologica, avrebbe ordinato a tutti i componenti della famiglia di “non fiatare”, non dire una sola parola a nessuno. Insomma, l’orrore doveva rimanere chiuso in quelle quattro mura. Storia che è andata avanti per mesi e sino a poche settimane fa. Anche perchè, sempre stando a quanto ricostruito dalla polizia, pare che alla fine anche la moglie si sia trasformata da complice ad addirittura “carnefice”:
“Il tutto avveniva con la colpevole complicità della moglie – scrive il commissariato -, la quale, nonostante fosse perfettamente a conoscenza delle violenze ripetutamente subite dalla figlia, non solo non ha mai denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine o alla magistratura, ma addirittura in diverse occasioni ha partecipato ai rapporti sessuali con il marito e la figlia”.
Solo ad inizio di quest’anno la vittima ha avuto la forza di uscire fuori dall’omertà confidandosi con parenti stretti e amici di famiglia. Dopo che l’orco si è presentato alla polizia sono partiti gli interrogatori di amici e parenti che hanno ricostruito effettivamente il quadro probatorio. A quel punto la Procura di Trapani ha fatto spiccare gli arresti per i due coniugi mentre la 14enne è stata trasferita in una casa-famiglia.