L’acqua dal nuovo pozzo di Rakali da alcuni giorni arriva nei serbatoi del comune di Alcamo. Le penuria però è sempre tanta e servono giorni per effettuare l’accumulo. Ciò significa che ad Alcamo, allo stato attuale, l’erogazione viene effettuata ogni 8/10 giorni per il centro abitato e addirittura ogni 20 giorni, almeno, per le periferie. Fino ad oggi da Rakali giungono al bottino di Alcamo 30 litri di acqua al secondo, una sessantina invece dalle sorgenti di Dammusi e Cannizzaro e 34 da Siciliacque. Dicevamo fino ad oggi perché proprio domani la società Siciliacque dovrebbe interrompere la fornitura verso Alcamo per riparare grosse perdite lungo la conduttura. Lavori necessari e programmati che erano stati rinviati proprio in attesa dell’acqua proveniente da Rakali. Adesso non si potrà più attendere perché è davvero tanta l’acqua che si sperde fra le campagne lungo la conduttura che da Montescuro Ovest porta fino al bottino alcamese.
Una crisi e una grande sete, quindi, destinate ad andare ancora avanti ad Alcamo, comune che nel trapanese, come giorni di attesa dell’erogazione, è purtroppo al primo posto. Poi ci sarebbe anche da fare chiarezza sull’uso dei pozzi privati e sulla distribuzione di acqua non potabile. Il primo cittadino Surdi e l’assessore Ferro si fanno forti delle disposizioni di prefettura e Asp e del ritiro delle ordinanze sottoscritte da altri sindaci. Dall’altro lato, però, arrivano le disposizioni della protezione civile con l’assegnazione di un’autobotte per ogni provincia proprio per distribuire l’acqua non potabile. Nessuno credo che voglia infrangere le norme e utilizzare l’acqua non potabile per uso umano. Ma ad Alcamo, è un dato di fatto, l’acqua potabile prelevata dal bottino viene anche utilizzata per lavare spiazzali, autovetture, pavimenti e per innaffiare le piante. Un’altra riflessione riguarda invece le case di villeggiatura dotate, da sempre, di pozzi privati di acqua non potabile. Si sono fatte così milioni di docce e cucinati quintali di pasta. Non ci risulta che mai nessuno sia morto.