Fumata nera per le prime sei visite al commissariato di polizia di Castellammare del Golfo dove sono custoditi oggetti, brandelli di vestiti ed oggetti personali rinvenuti nella grotta su monte Inici in cui vennero ritrovati un cranio e altri resti umani. Si sono recati dalla polizia i famigliari di una persona scomparsa da Sciacca, una ‘altra da Palermo ed alcune fra Alcamo, Calatafimi e Castellammare del Golfo. Nessuno dei familiari delle persone scomparse ha saputo dare indicazioni sulla corrispondenza degli oggetti rinvenuti con quelli in possesso del loro congiunto. Cose che, ovviamente, non sono state mostrate per evitare suggestioni. Resta quindi sconosciuto il proprietario di oggetti vestiti ritrovati nella grotta che sorge al fianco del rifugio di Parchi Soprana su monte Inici. Da ossa umane molto datate è davvero difficile far stringere il cerchio fra le tante persone scomparse, anche e soprattutto per lupara bianca, durante le guerre di mafia degli anni ’80 e ’90. Un aiuto notevole potrebbe darlo l’esame del carbonio 14, il delicato test di laboratorio che serve a decretare, se non in maniera precisa, il periodo della morte.
I resti del cadavere, molto probabilmente un uomo, da un paio di settimane si trovano all’esame del laboratorio centrale di Roma della polizia scientifica. I risultati dovrebbero arrivare non prima della fine di settembre prevedono anche l’estrazione di materiale biologico, ove ancora possibile, per arrivare al DNA. Soltanto allora la polizia comincerà a chiamare i familiari delle vittime scomparse nel periodo indicato dal test del carbonio 14, per effettuare le dovute comparazioni. Due strade quindi, quella del riconoscimento degli oggetti rinvenuti, finora del tutto infruttuosa, e l’altra del laboratorio, che potrebbero dare l’identità a quel cranio al centro della macabra scoperta effettuata, durante un sopralluogo su monte Inici, dai vigili del fuoco del SAF che erano alla ricerca di siti ipogei dove effettuare esercitazioni in caverna.