Volontari esclusi dai canili, le polemiche sulla modifica alla norma vigente

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C’è preoccupazione tra i volontari, cittadini e associazioni animaliste per il disegno di legge che è in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana che propone di modificare le attuali “Norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo”. A detta dei rappresentanti della Lega Anti Vivisezione siciliana, una delle tante associazioni che sta partecipando alla levata di scudi contro il disegno di legge, queste modifiche andrebbero a cancellare –“disposizioni fondamentali per il benessere degli animali e la corretta gestione del randagismo anche in contrasto con la normativa nazionale.”

Tra le criticità più rilevanti emergono l’indebolimento del ruolo delle associazioni animaliste che verrebbero escluse addirittura dalla possibilità di gestire i canili che andrebbe invece alle imprese private, punto su cui non si fa attendere la risposta di Dario Safina, deputato regionale del PD che ha depositato 15 emendamenti per contrastare il Disegno di legge. Secondo Safina, il vero obiettivo delle modifiche è favorire i privati nella gestione dei canili: -“questa norma spalanca le porte agli interessi economici, trasformando i randagi in un affare”. E in effetti, è un dato di fatto che siano attualmente i volontari che operano una grossa fetta del lavoro di cura, recupero e che si occupano anche delle adozioni dei randagi. Il nuovo disegno di legge prevede inoltre l’eliminazione della disposizione secondo la quale debba essere garantita la presenza di almeno un canile sanitario ogni 500.000 abitanti e il taglio ai finanziamenti per i rifugi.

Castellammare e Alcamo sono tra i comuni della provincia che hanno ricevuto più finanziamenti dalla regione proprio in forza della legge che invece potrebbe essere modificata, soldi che non sono però stati minimamente sufficienti a risolvere il problema, visto che oltretutto il progetto per un rifugio prima a Inici, poi in collaborazione intercomunale con Alcamo e Calatafimi sembra essere caduto nel dimenticatoio. “Queste disposizioni rischiano di aggravare il problema del randagismo in Sicilia.” – dichiarano quindi le associazioni, oltre a “ rischiare di arrecare un danno all’Erario dei Comuni che saranno costretti a farsi carico di tutta la gestione del randagismo senza poter contare sulla attività gratuita dei volontari”.