Terremoto all’ASP di Trapani, corruzione e concorsi truccati tra le gestioni Damiani e Zappalà

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Dopo l’uragano abbattutosi nel 2020 sull’ASP di Trapani, arresti e denunce da parte della Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione ‘Sorella Sanità’, è di nuovo terremoto ai vertici della sanità trapanese e sempre a causa delle indagini portate avanti dalle Fiamme Gialle. La gestione finita nell’occhio del ciclone è quella del periodo a cavallo tra Fabio Damiani, già arrestato e condannato, e Paolo Zappalà subentrato nell’agosto del 2020 e rimasto fino alla nomina di Vincenzo Spera, quest’ultimo totalmente estraneo ai fatti contestati.

La nuova operazione, denominata ‘Aspide’, scoperchia ancora una volta un vasto giro di corruzione così come già accaduto con le indagini di ‘Sorella sanità’ di cui è parzialmente figlia. Oltre 60 i finanzieri del comando provinciale che questa mattina, nei confronti di 13 persone, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica. Due sono finite in carcere (l’ex direttore sanitario dell’ASP di Trapani, Gioacchino Oddo, e la funzionaria Giuseppa Messina, detta Maria Pia, adesso in servizio agli affari generali e prima al provveditorato della stessa azienda sanitaria), otto ai domiciliari e tre sottoposte a divieto oppure obbligo di dimora nel comune di residenza.

Agli arresti domiciliari ancora Fabio Damiani, ex manager e perno dell’inchiesta ‘Sorella Sanità’, e la presidente in carica del consiglio comunale di Trapani, Annalisa Bianco. Stessa misura per la marsalese Antonella Federico dell’azienda Althea e per il mazarese Giovanni Iacono Fullone, amministratore della Iacono Servizi e consigliere comunale a Mazara del Vallo. Dovranno rimanere ristretti in casa anche i medici Alberto Adragna, Bartolomeo Gisone, Antonino Sparaco e l’esperto di diritto ambientale, Attilio Giuseppe Bonavires. Il prefetto potrebbe a breve sospendere dalla carica di consigliere comunale sia Bianco che Iacono. Obbligo di dimora, invece, per la castellammarese Valentina Cruciata, assistente della Messina all’ASP, mentre per Carlo Gianformaggio, ex presidente dell’ordine dei medici di Trapani, e Nicola Ganci, collaboratore amministrativo professionale, è scattato il divieto di dimora a Trapani ed Erice.  Indagati infine Gaspare Gianformaggio, consigliere comunale in carica a Trapani, Nunzia La Franca, Antonina La Commare e Ranieri Candura.

Tutti e diciassette sono quindi accusati, a vario titolo, per corruzione, induzione indebita a dare utilità, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale e false attestazioni di presenza in servizio. Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Trapani e delegate sul campo al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno consentito di svelare un collaudato meccanismo di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara ma anche di concorsi pubblici e di affidamenti di incarichi dirigenziali all’interno delle strutture sanitarie trapanesi attuato.

Il vasto giro di condotte illecite è stato scoperto da controlli che, in origine, erano puntati soltanto su un bando di gara indetto dall’A.S.P. di Trapani per la fornitura di attrezzature sanitarie necessarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid e da destinare ai reparti di terapia intensiva. La procedura di aggiudicazione sarebbe stata turnata ad esclusivo vantaggio dell’Althea SPA, già contrattualmente legata all’Azienda Sanitaria Provinciale trapanese. Compiti di valutazione, progettazione, collaudo e predisposizione dei capitolati delle gare d’appalto erano tutti attribuiti a una sola persona, Antonella Federico, esterna all’amministrazione e contrattualmente legata alla SPA. In questa maniera al controllato veniva anche attribuito il ruolo di controllore.

Poi sono stati rilevati comportamenti illeciti  nell’assunzione di personale dirigente ed amministrativo presso l’ASP di Trapani. Ai candidati, risultati vincitori della selezione, sarebbe stato rivelato il testo da cui sarebbero state poi tratte le domande da porre durante gli esami. In alcuni casi sarebbero state pure fornite specifiche indicazioni in merito al contenuto delle domande stesse ed in una circostanza sarebbe stata rilevata la disponibilità di un componente della commissione prestatosi ad agevolare un candidato affinché selezionasse la busta contenente i quesiti concordati.

Ma non è tutto perché nel corso delle indagini sono venute fuori altre irregolarità: un medico che nell’esercizio della sua attività intramuraria, sostituendosi di fatto agli uffici preposti, avrebbe gestito personalmente la propria “agenda delle visite” intervenendo nelle procedure di pagamento da parte dei pazienti (incassando materialmente in contanti l’importo della visita eseguita); omissione della comunicazione del “contatto stretto” e della positività da Covid (con compiacenza del responsabile di laboratorio); richiesta di prestazioni sessuali nei confronti di una donna che chiedeva aiuto per la procedura di rinnovo della patente di guida. Ed ancora false attestazioni di presenza in servizio, tramite abusiva timbratura del badge elettronico, o di missione per lavoro quando invece il medico si trovava in alcune officine meccaniche per motivi esclusivamente personali.

Uno spaccato di malcostume in cui finivano tutti. Sempre attuale, si evince dalle indagini, i metodi per ingraziarsi i funzionari dell’ente pubblico e ottenere quindi favori. Tra le 540 pagine dell’ordinanza si legge ad esempio come l’azienda mazarese che si occupava di sanificazione facesse pervenire alla Messina e al suo staff gamberoni aragoste e pesce spada.