Quarant’anni fa, il 13 giugno del 1983, in via Scobar a Palermo, venivano uccisi tre carabinieri, il capitano D’Aleo, il carabiniere scelto Morici di Valderice e l’appuntato Giuseppe Bommarito, 38enne di Balestrate. Erano anni di piombo. Qualche mese prima, il 3 settembre del 1982 era stato ucciso il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa mentre, 40 giorni dopo l’eccidio di via Scobar, il 29 luglio del 1983, in via Pipitone Federico si scatenò l’inferno con un clamoroso attentato al magistrato Rocco Chinnici. Alla luce di quegli omicidi eccellenti, personaggi “eccellenti”, la feroce esecuzione di D’Aleo, Morici e Bommarito passò quasi inosservata. L’appuntato balestratese, ucciso assieme agli altri due carabinieri perché avevano dato fastidio alla famiglia mafiosa di Monreale, lasciò la moglie e due piccoli figli, Vincenzo di 7 anni e Salvatore di 9